Dal 5 dicembre al 25 febbraio, in mostra alla Babs Art Gallery “A Nodo Mio”: collezione di gioielli d’artista di una grande protagonista dell’arte contemporanea italiana
Grazia Varisco (Milano, 1937) è una figura centrale della scena artistica italiana contemporanea. Il suo lavoro si sviluppa all’inizio degli anni Sessanta, dopo gli studi all’Accademia di Brera con il pittore Achille Funi, in una direzione di profonda innovazione. Insieme al Gruppo T, fondato con Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, ha dato un contributo fondamentale al movimento dell’Arte Cinetica e Programmata.
Le sue creazioni sono opere vive, in movimento o in apparente mutamento, concepite per svelare la struttura nascosta delle immagini e stimolare una fruizione critica e attiva da parte del pubblico.
Il suo approccio e le sue ricerche le sono valsi riconoscimenti prestigiosi e l’hanno portata a esporre in contesti di rilievo come il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi e Documenta. Il desiderio di sperimentare, sorprendersi e correre rischi è il tratto distintivo della carriera di Varisco, che ha lavorato anche nel campo del design e della grafica.
Oggi si rinnova con un progetto inedito: una preziosa collezione di sculture-gioiello, in mostra dal 5 dicembre al 25 febbraio presso la BABS Art Gallery di Milano, uno dei più rinomati spazi espositivi europei dedicati ai gioielli d’artista.
La collezione comprende una dozzina di pezzi, tra prototipi storici e nuove creazioni, frutto di un lungo processo di lavoro che ha visto l’artista collaborare con un orafo specializzato. Varisco rende visibili per la prima volta gioielli d’archivio e presenta opere pensate appositamente per il pubblico.
Una prima assoluta che affonda in una concezione ben radicata che l’autrice ha del genere: “Il gioiello deve essere motivo di gioia, di compiacimento del pensiero libero che sceglie il bello da esibire e lo esplicita in un oggetto da indossare: direi, più correttamente, un ornamento della mente”.
Grazia Varisco _A nodo mio
Grazia Varisco _Al quadrato
La mostra riflette il rigore formale, la poetica essenziale e la coerenza creativa che caratterizzano il suo lavoro. Varisco stessa spiega infatti che i suoi progetti “sono fortemente interconnessi tra loro, spesso uno ha in sé l’idea germinativa del successivo”.
Un esempio emblematico è “A nodo mio” (2022-2024), che dà il titolo all’esposizione. Due collane d’argento e due orecchini d’oro, ciascuno prodotto in edizioni limitate di 9 pezzi, esprimono la sofisticata semplicità del suo pensiero. Lamine leggere si intrecciano formando un fiocco-nodo che cattura lo sguardo, guidandolo su superfici luminose e senza fine.
Lo stesso principio si ritrova in “Penta” (2024), in argento satinato, dove forme geometriche rigorose esaltano il ritmo, la perfezione degli incastri e le vibrazioni della luce, in un’armonia quasi musicale. Un’altra creazione, “Plié demi-plié” (2024), composta da orecchini e collana in argento e rutenio, rende omaggio alla danza e alla leggerezza, con forme geometriche ripiegate su se stesse che si trasformano in volumi tridimensionali e vibranti.
La semplicità e il rigore tornano anche nella collana “Tre più tre” (2024), in argento e brillanti, dove le superfici leggere e sovrapposte testimoniano ancora una volta la capacità di Varisco di giocare con la percezione, il movimento e la forma.
Alle pareti è esposta una selezione di opere storiche dell’artista, per permettere un’esplorazione profonda della poetica e della visione di Varisco, che continua a intrecciare arte e innovazione in modo unico e sorprendente.
Grazia Varisco _Penta
Grazia Varisco_Plié demi-plié
Prototipo anni Ottanta
Grazia Varisco_Tre più tre
Di Orsola Carbone