fbpx

Tra le figure minimali al canone di raffinatezza intellettuale,  non si può dimenticare Kathleen Annie Pannonica Rothschild e soprannominata Nica. La pronipote grazie a Neri Pozza ci regala un romanzo fantastico che ne percorre la sua storia. E la sua capacità unica di galleggiare tra i generi sia letterari, che musicali.

“Tentare di spiegare la musica è come tentare di danzare l’architettura.”

Thelonious Monk

Di Pannonica de Koenigswarter, nata Kathleen Annie Pannonica Rothschild e soprannominata Nica, ho saputo poco, fino a quando, Neri Pozza, mi ha inviato il romanzo “La Baronessa” di Hannah Mary Rothschild.

La voce narrante è quella di Hannah, pronipote di Nica, autrice e regista, che scrive per periodici e quotidiani inclusi The Times, The New York Times, Vogue Bazaar e Vanity Fair, che attraverso le frequentazioni tra Inghilterra e America, scava nell’ album di famiglia per raccontare la figura della zia come una donna che ha saputo vivere la vita e che desiderava fino all’ultimo dei suoi sogni, senza mai rinunciare a indipendenza e libertà.

Ritratto di Baronessa Pannonica de Koenigswarter, @H Hehmsoth

Il romanzo mi ha appassionato per la quiete perturbante e perché avevo già letto e riletto altri libri, saggi sulla famiglia Rothschild, e pure, nonostante avessi fatto in tempo a ricordarmeli, in aggiunta c’è un percorso con una vena fantastica, che rievocano fantastici fantasmi e ombre, gli amori immaginati e lo sbocciare dei corpi e altri turbamenti conseguenti ad un percorso dettato dalla musica jazz. Un’altra vena fantastica ulteriore.

Lo scritto narrativo di Hannah Rothschild bordeggia tra ritmo e improvvisazione dall’uso estensivo di blue note, e affonda nelle perturbanti tensioni emotive dei personaggi, che mantengono un senso di aspettativa in ciò che avverrà successivamente. Proprio come nelle note che sono negli spartiti della musica jazz.

Bordeggiare le sensazioni di felicità, tristezza ed eccitazione, significa guardare ciò che è intorno a quel mondo del’29, che iniziava a cambiare con i suoi effetti sociali, con una rinascita sia nel campo musicale sia nel campo sociale.

@claude-gabriel

Il Jazz, proprio in quegli anni, ebbe una trasformazione in una forma d’intrattenimento musicale grazie ai nomi di Benny Goodman, che innovò il genere, conferendogli un ritmo costante, ma allo stesso tempo un’accelerazione progressiva, che lo rese ancor più ballabile, e quello di Thelonious Monk, che diede vita al bebop, nuovo sottogenere caratterizzato da tempi molto rapidi e elaborazioni armoniche che esplodevano nel jam session.

La narrativa sulla Kathleen Annie Pannonica Rothschild è, a oggi, molto scarsa.

È così, in questo mese di agosto afoso, sono qui a tessere l’elogio di questa donna e di quei intellettuali, che sono sfuggiti dal dettame del quotidiano, per eseguire una rivoluzione e introdurre una nuova strada, dove il faro della speranza è nutrimento al di fuori della vacuità dell’egotismo di classe.

Di Alberto Corrado