@mohamed-nohassi
Lorenzo Giacinti con “La Vita perfetta” cattura l’attenzione del lettore e lo trasporta in una realtà parallela, facendolo riflettere sulla sua condizione umana.
“Non puoi essere me. Io so chi sono
Nessuno lo sa.”
La vita perfetta/ Lorenzo Giacinti
È uno degli scrittori più riconoscibili della sua generazione.
Merito di una scrittura netta, talvolta tagliente e sincopata capace di generare metafore visive, che mettono in scena l’evoluzione del pensiero orientale, attraverso concetti letterari, filosofici e quasi mitologici.
Lui è Lorenzo Giacinti, uno degli autori letterari italiani più importanti e amati, dopo gli anni Duemila.
Per alcuni, è l’autore più pop della sua generazione; per altri, una figura impossibile da catalogare sulla cui pelle convivono gli estremi dell’arco letterario della narrativa contemporanea: da Sōji Shimada a Banana Yoshimoto, fino a Orhan Pamuk.
Aretino classe 1982, diplomato all’Istituto d’arte e presso la Scuola Internazionale di Comics. Nel 2020 pubblica il suo primo romanzo “Doppelgänger”, nel 2022 “Memorie Future” con Porto Seguro fino al 2024 con “Ragazzo solo” per una nuova casa editrice Revolver.
Dai i suoi primi lavori, influenzati dalla scrittura di osservazione senza esprime giudizio e poi dominati dai personaggi che al lettore spesso non piacciono, ma che reclamano spazio, perché bisogna osservare tutte le persone, che ci portano in un mondo distopico. Lo stesso dove l’autore è fuggito, o che ha amato fin da bambino che lo porta ad interessarsi all’arte e a quel mondo orientale, che è elemento primario di quasi tutti i suoi romanzi.
Un vero divoratore di fumetti, e proprio da lì che parte questa sua transavanguardia di intricate reti di rimandi artistici e simbolici della cultura alta popolare e soprattutto quella asiatica.
La sua produzione letteraria, ricca di citazioni legate al mondo della parola, soggiorna in un’altalena tra Oriente e Occidente come fosse ispirato da un poema sinfonico, composto da più partiture, che non sono altri tempi della sua vita vissuta.
In questo suo girovagare e scavare nella sua anima, ne assorbe luci, idee e pensieri, catturando l’attenzione del lettore e trasportandolo in un mondo tanto inquietante, quanto misterioso.
Anche nel romanzo “La Vita perfetta” il protagonista, dopo aver sognato di fluttuare nello spazio, si sveglia in un altro corpo. La sua faccia allo specchio è più o meno la stessa, ma il suo fisico è più tonico e la cicatrice che aveva all’avambraccio è scomparsa.
Anche l’appartamento è diverso, e non ci sono più i suoi riferimenti che sono sostituiti o soppiantati da altri, come se vivesse in un mondo parallelo, dentro il corpo di un’altra versione di sé stesso. Come fare per tornare alla sua realtà di sempre? L’unica speranza potrebbe essere di partecipare ad un misterioso raduno segreto.
Anche questa volta Lorenzo Giacinti mette tutto su pagine bianche, a dimostrazione di come si possa essere contemporaneamente artisti e intellettuali.
Di Alberto Corrado