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Silvia Venturini Fendi sta portando avanti una lettura della moda maschile, dove l’artigianato è la sua stella polare. Tenendo la Maison Fendi al riparo da interpretazioni che non siano un omaggio ai codici universali sartoriali.

Come si possono comprendere le espressioni di mascolinità contemporanea attraverso la lente di un lusso moderno? E ancora più importante, come è possibile restituire quei codici universali e sublimati della Maison antecedenti la prima silhouette maschile Fendi, svelata nel 1990?.

Silvia Venturini Fendi, Direttore Artistico Accessori e Collezione Uomo, torna ad indagare questo senso di nostalgia guardando il futuro con ottimismo con la collezione Uomo Primavera/Estate 2025 scegliendo la via del racconto itinerante, che rispecchia decadi e destinazioni, con l’artigianato italiano, come sua stella polare.

Una collezione che si diletta tra sport e cerimonia, facendo emergere l’idea del Fendi Club, il cui stemma, fieramente riportato come un blasone su taschino e bottone, è diviso in 4 parti, riporta le righe Pequin, il logo FF, la figura del Giano bifronte e lo scoiattolo, ripreso da un dipinto regalato ad Adele Casagrande Fendi da suo marito, Edoardo Fendi, che era solito dire che lei era “indaffarata come uno scoiattolo”.

È evidente il desiderio di affermare la propria individualità e il bisogno di appartenere a un gruppo. E nel gruppo Silvia Venturini Fendi trova la chiave di lettura per la sua collezione, perché se nel passato la transizione dell’età adulta era tracciata dalle identificazioni con il guardaroba dei genitori che facevano da “apripista”, oggi i riferimenti sociali più importanti dalla testa ai piedi sono diventati le tecniche, i materiali, i discreti volumi e i dettagli sagomati.

Il primo elemento indispensabile è il virtuosismo del punto Selleria, una tecnica tramandata alla famiglia Fendi dai maestri sellai nel 1925, che qui viene rimpicciolito o ingigantito in un abito gessato spezzato in jacquard e ricamato come un logo rigato FF tono su tono su lino o su tessuti sontuosi.

Dal passato i volumi trovano le proprie differenze semantiche nelle giacche a tre bottoni indossati con pantaloni tagliati, morbidi sulla gamba, nei trench fluidi e nelle giacche bomber in tessuto. Mentre le proprietà degli abiti sono reiventate dai dettagli: dalle maniche in poplin tagliate al gomito alle finte polo che virano alla gola e alla costola, fino alle maglie asimmetriche in seta che si sbottano lunga la spalla.

Una sintesi di un guardaroba maschile dove evidenzia la silhouette con il suo piano corporeo, trasformando l’eleganza nell’orizzonte della propria vita, imponendo la distanza con il mondo esterno, forse in questo momento generatore di paure. Facendoci riscoprire la propria bellezza e unicità, perché la moda deve rimanere un gioco, per non essere scontata.

Di Alberto Corrado