@Mark Senior
Jean Paul Gautier arriva a Milano al Teatro Arcimboldi, con il suo eccentrico e scandaloso show “Fashion Freak Show”. In stage attori, danzatori, artisti circensi sulle note di una playlist esplosiva.
Jean Paul Gautier è tra i più affascinanti e ironici protagonisti della storia della moda.
Per la fragilità d’un temperamento fortemente equilibrato; per le circostanze della vita che sfiorano talvolta l’assurdo; per quella tragica conclusione d’un’esistenza affettiva rispecchiata in modo lancinante nelle sue collezioni. Infine, per la qualità di quella stessa creatività caratterizzata da una vena di eccezionale abbondanza e bellezza.
La vita eccentrica, scandalosa, provocatoria, esuberante e divertente ora è una straordinaria combinazione di rivista, concerto pop e sfilata di moda, che dopo aver debuttato a Parigi nel 2019 al Folies Bergère, e ripensata per l’iconico Roundhouse di Londra, dove lo show è andato in scena per sei settimane nell’estate 2022, è arrivata a Milano, unica tappa italiana, al Teatro Arcimboldi fino al 24 marzo 2024.
Una produzione straordinaria, che attraversa un lasso di tempo, che scorre dall’infanzia dello stilista fino agli inizi della sua carriera, ma anche dalle sue notti sfrenate a Le Palace alla Swinging London, fino alle sue collezioni con le sue performance in show unici , dove musica, arte e cinema si univano in quella energia positiva, fragorosa, vincente riconosciuta da tutto lo starsSystem.
Come racconta sempre nelle sue interviste o conferenze stampa pre-show, le sue produzioni sono nate di getto, senza starci troppo a pensare, anche perché era l’unica maniera, una volta diventato un designer professionista, di non essere ucciso dallo stress.
E quel suo flusso creativo gli ha suggerito, che il vero protagonista di un possibile uno show fosse lui stesso, e la sua fantastica vita dedicata alla moda, strutturata in forma di concerto pop ed interpretata da attori, danzatori, artisti circensi che avessero quella stessa energia positiva, che lo avvolgeva nella fase creativa quando disegnava le sue collezioni.
Quella energia che ha sempre contrassegnato la sua vita privata e lavorativa, che derivava dalla sua anima e dalla sua matita, come un fiume in piena fino ad arrivare al pubblico, che poi rimaneva incollato nel corso degli anni a tutte le sue avventure creative. Anche perché nelle sue collezioni ci sono state sempre tante strizzatine d’occhio, tanti momenti in cui prendeva in giro il mondo, certe volte troppo serio, degli adulti.
Fra questi anche espliciti riferimenti all’energia sessuale, non solo di donne vogliose e imbarazzate, ma anche di personaggi femminili attempate nei confronti di giovani uomini, o viceversa, che in Italia hanno provocato più di una polemica.
Jean Paul Gautier ha sempre proposto il mondo della moda come una grande festa, in questo caso traslato in uno show eccentrico, dove gli abiti esclusivi o di archivio sono inseriti in una scenografia esuberante, e con scene umoristiche, o se vogliamo, da satira sociale.
Già, perché in questo suo creare di getto, lui ha sempre preso in cosiderazione la distinzione di genere e tranquillamente ogni suo capo poteva diventare interscambiabile. La sua longevità e del suo impatto sulla moda nasce proprio da questo e dall’attenzione dello stilista nei confronti di influenze che si sviluppano nell’ambito della cultura giovanile e dalla sua affinità per sperimentazioni con il cross-branding, come la creazione del guardaroba di Madonna per la sua tournèe “Blond Ambition” del 1990 e quello di Kylie Minogue per la tournèe mondiale del 2008.
E come accade nel mondo della creatività che può avere sviluppi infiniti, Jean Paul Gautier ha creato per questo show una serie di camei di mondi possibili: da Rossy de Palma, che interpreta l’implacabile maestra del giovane Gautier, che nutre segrete fantasie di moda, a Catherine Deneuve che legge gli isterici nomi, che Gautier dava alle creazioni della sua favolosa sfilata di alta moda maschile dei primi anni Novanta.
In tutta la sua carriera non si è mai stancato di giocare, anche nei momenti più tristi o di stanchezza, perché se c’è una cosa costante nell’affrontare le sfide che la vita gli ha proposta, è quella della sua incredulità , anche di fronte a un successo così grande, perché l’unica cosa che desidera è la felicità del genere umano, in cui ripone sempre, una incommensurabile fiducia.
Di Alberto Corrado