Kim Jones, parte dagli sketch degli anni 80 del marchio Fendi ai club londinesi come il Blitz di Covent Garden, per creare una collezione che mixa sartorialita con utilità.
Come si fa a studiare gli archivi del 1984 di Fendi e viaggiare con la mente nella Londra del decennio 1980, dove gli abiti da lavoro, lo stile aristocratico e quello giapponese diventavano un tutt’uno di eleganza disinvolta, senza cadere nei cliché e nei sentimentalismi nostalgici? Vale per le immagini quel che diceva Paul McCarthey, “Chi ha bisogno di un’altra stupida canzone d’amore?” O meglio un’altra collezione dedicata al decennio degli anni Ottanta.
E quello che si è chiesto anche Kim Jones, direttore creativo della Couture e della linea femminile di Fendi, nel raccogliere quello che è diventata la collezione “Show Notes” presentata durante la Milano Moda Donna.
Nel back stage dello show, Kim Jones ha spiegato di aver lavorato a questa collezione, su quanto tiene in considerazione la famiglia Fendi, che il vestito deve essere utile. “Ricordo che quando incontrai per la prima volta Silvia Venturini Fendi” spiega Kim Jones “indossava un abito da Safari. Questo ha plasmato fondamentalmente la mia visione di cosa sia Fendi: è il modo in cui una donna si veste per qualcosa di sostanziale da fare. E può divertirsi mentre lo fa”.
Nella collezione Autunno- Inverno 2024-2025 Kim Jones esplora la facilità nel vestirsi, in cui la nonchalance londinese incontra la libertà romana, e l’utilità diventa dichiarazione di intenti.
Una dualità che parte dal rigore della sartorialità che abbraccia l’austerità di linee sinuose per una silhouette più arrotondata, che utilizza la precisione grafica di lane ricche e compatte. Mentre nei cappotti di lana le abbottonature sono strizzate in cinture che segnano la vita, prendendo in prestito qualcosa di quell’estetica e quel linguaggio delle vesti da uso domestico.
Al contrario gli abiti assumono una sensibilità più “tailor flou”, allo stesso tempo pratici ed eleganti, con un preciso atteggiamento deciso in contrasto con trasparenze di tulle e organza, stampati con statue romane.
Un contributo a parte sono le lavorazioni degli shearling e pelle che esprimono con tour de force di tecniche, quella abilità artigianale dei laboratori di Fendi, sovvertendo sempre le aspettative della tradizione. Dalle finiture cerate ad alta lucentezza all’esclusivo processo di agugliatura, fino al massimo dell’espressione dell’intarsio, per creare nuove lavorazioni, che forniscono a chi li indossa protezione flessibile e appagamento, tattilità e comfort fondamentale.
Allo stesso tempo il tema della Selleria lega ancora una volta il presente con il passato, come motivo nell’abbigliamento e nella pelletteria.
In questa stagione la ritroviamo in modo sorprendente, negli stivali di equitazione in pelle e nei braccialetti, nelle gigantesche catene di pelle e metallo, create da Delfina Delettrez Fendi, direttore creativo della Gioielleria.
Naturalmente tutti i look sono accessoriati dalle nuove versioni delle borse Peekaboo, Baguette e By The Way, oltre la nuova Simply FENDI, un bauletto, che si accompagna alla nuova shopper Roll Bag, dalla forma tondeggiante.
Una nuova e riuscita collezione Fendi che incoraggia le donne ha creare un guardaroba per ritrovare sé stesse, in ciò che scelgono e in ciò che indossano, costruendo un nuovo percorso per la Maison, non casuale come possono proferire in molti del settore della stampa, ma con un metodo di lavoro creativo, che procede nell’analisi dell’archivio e assonanze, prerogativa del lavoro di Kim Jones già sperimentato in altri atelier.
Di Alberto Corrado