Prada ha sempre assegnato i ruoli del maschile e del femminile ad una estetica mentale, spalancando la visione di tendenza di una estetica italiana diversa nel mondo.
La moda non è mai solo moda. Parte da questa premessa “Instinctive Romance”, la collezione Prada Autunno- Inverno 2024-2025 realizzata da Miuccia Prada e Raf Simons, che, attraverso continui rimandi al passato, al presente e all’idea del futuro, esplora concetti di bellezza, di un mondo contemporaneo formato da ricordi.
Oltre a ripercorrere i mutamenti delle fogge, e quello che stava a più a cuore alla fondatrice della Maison, è stato nel raccontare come la moda ha segnato, modificato e rivoluzionato la materializzazione e la ricostruzione, che può mutare il linguaggio della forma alterando la percezione. I tradizionali materiali maschili vengono rilavorati fino a renderli intrinsecamente femminili. A volte creando delle gabbie e degli stereotipi, nei quali vi è rinchiuso il maschile e femminile e altre volte spalancando inaspettatamente queste gabbie con valore rivoluzionario.
Curata in ogni minimo dettaglio, dove elementi tratti dalla storia influenzano capi stereotipati di oggi, come chiodo, il bomber, e la maglieria, cambiandone linee e particolari, la collezione è un’analisi intellettuale o reazione emotiva a quei ideali di bellezza, che sembrano ancora risonanti.
Gli antefatti storici anche nella biografia di Miuccia ci riportano ad una creatrice di moda, femminista, militante per la pace e per i diritti delle donne, che negli anni’70, oltre a farsi promotrice di una moda italiana indipendente da quella francese, lanciò la sua rivoluzione con l’estetica Ugly Chic, basata su pieghe come se l’indumento fosse uscito appena adesso da un cassetto riposto in maniera sbagliata, su mani strette al petto per cappotti volutamente sbottonati, su bangle in oro intarsiati che richiamano la preziosità dei gioielli bizantini portati solo ad un braccio, sempre quello sinistro, sulle collane massimaliste per abiti e golfini.
A raccontare cambiamenti e rivoluzioni della moda nell’ultimo secolo è stata lei, con quell’abbigliamento che ci ha liberato dagli schemi, per una libertà come sempre minimale, comune denominatore di tutto.
Un percorso trasversale che intreccia estetica e società, haute couture e street style, come in questa collezione, che ci fa riflettere sul concetto della bellezza della silhouette attillata, che viene attenuata da un’accentuata verticalità, e dove le scarpe e i cappelli estremizzano le proporzioni, mentre gli abiti abbracciano il corpo, sprigionandone la femminilità.
E’un viaggio delle strutture del fare e delle tracce intangibili delle vite umane che assumono concretezza.
Una collezione che solleva domande e innesta risposte, segnando l’inizio di una nuova conversazione con il mondo, nello scambio di idee. Un desiderio di comunicare i propri sentimenti attraverso gli abiti che indossiamo.
Di Alberto Corrado