ISSEY MIYAKE esplora le origini del vestire il corpo umano con a piece of cloth, ispirandosi a questo atto intrinseco.
Prendete il gesto di vestire il corpo, aggiungete la creazione intenzionale degli abiti, il risultato sarà un atto primitivo e universale, che evoca un senso di originalità.
Presentata a Parigi all’interno del Museum of Immigration History del Palais de la Porte Dorée, la collezione di ISSEY MIYAKE, Autunno- Inverno 2024-2025 esplora, in una poetica estrema, le origini del vestire del corpo umano con a piece of cloth, ispirandosi a questo atto intrinseco.
Un universo logico, che ci porta ad approcciarci a questa attività attraverso la scoperta di drappeggi, stratificazioni, pieghe e torsioni, forme asimmetriche, che si traducono in abiti dalle forme organiche, e poco manipolate.
Questa coloratissima collezione ha invaso la sala del Museo dando inizio con una serie caratterizzata da forme scultoree realizzate da a piece of cloth dove lo sviluppo della fibra di carta washi avvolge il corpo conferendo morbidezza nei volumi.
Inevitabile parlare della morbidezza del tri-acetato, e la fermezza del lino, che combinati con la silhouette asimmetrica dei pantaloni, ottenuti sfruttando la larghezza di un pezzo di tessuto quadrato, imitano l’atto di vestire il corpo con a piece of fabric.
Stavolta anche la serie della maglieria senza cuciture aggiunge tridimensionalità attraverso le forme ispirate alla forma di un fiore, che contrastano il busto e le maniche a costine, mentre i colori, che cambiano lungo le estremità, sono ottenuti da tre differenti fili colorati.
Ad ispirare l’idea del ricco drappeggio è infatti la sezione Enclothe Washi and Wool che regala un tocco morbido sulla pelle, reso possibile dall’utilizzo del tessuto, ottenuto dal mix di fibre naturali ed elastiche.
Invece, dal processo dei filati di scarto, che verrebbero buttati in fase di produzione, appare in passarella la serie divertente Behind the scenes, che mostra deliberatamente il processo dietro la costruzione di una maglia senza cuciture.
Dal cilindro pop e surrealista di ISSEY MIYAKE, escono le stampe accattivanti che rappresentano il naturale dinamismo dei fiori selvatici, così come la palette colori che è ispirata a sette erbe autunnali come Hagi (Trifoglio di cespuglio) Kikyo (Campanula), Kuzu (Pueraria lobata) Fujbakama (Eupatorium fortunei) Ominaeshi (Patrinia scabiosifolia) Obana (Pampas giapponese) e Nadeshiko (Garofano giapponese), originarie del Giappone.
Anche il mutamento dei colori del cielo può diventare un lavorato a maglia, dove ogni capo delicatamente tinto a mano da artigiani esperti, accolgono il corpo senza avere cuciture, da poter essere indossata sottosopra o al rovescio.
Pezzi di un guardaroba, che ogni donna può assemblare come vuole, con quella spontaneità, che dovrebbe provare mentre lo fa, e che ha provato, anche chi ha creato il capo.
Di Alberto Corrado