Max Mara ripercorre, attraverso la figura passionale e profonda di Colette, quella magia di un guardaroba demi-monde aggiungendo un tocco di sensualità magica.
Immaginiamo che una collezione sia pensata per una donna dallo spirito libero, per le aspiranti ad un guardaroba unico e tutto per sé, destinato a chi invoca la meditazione creativa dei tessuti, e per le cultrici di una porzione eccitante e ribelle di quella Parigi d’inizio Novecento. Ma per essere sinceri la collezione è dedicata a tutte, poiché contiene stimoli moderni, profondamente evocativi. Può descriverci esplorazioni artistiche inattese, silhouette di misteriosa stravaganza e un mondo così profetico che vi si trova qualsiasi cosa: fluidità di genere, influenza giapponese degli anni’10, senso comunitario di quel glamour demi-monde, principi di quel modernismo sobrio e sensuale.
La collezione di Max Mara Fall Winter 2024 si legge come uno scritto che ci conduce ad ammirare fra innumerevoli testimonianze evocative di quella dimensione eccentrica, colta e prettamente francese alla figura di Colette, pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette, scrittrice e attrice teatrale francese, considerata fra le maggiori figure della prima metà del XX secolo.
Nella letteratura, ma anche nel music-hall, è impressa questa protagonista della sua epoca unita da quelle affinità elettive e da una gran foga di rottura di rigidi schemi sanciti dal lungo percorso dell’ottocento e inizio del nuovo secolo.
Colette fu anche giornalista e caporedattrice, sceneggiatrice, e critica cinematografica, estetista e commerciante di cosmetici, e le sue opere letterarie furono la testimonianza prestigiosa di una donna libera, anticonformista, sospinta dall’impegno a favore dei diritti civili e della parità fra sessi, pur disprezzando le femministe della sua epoca.
Una donna, che contribuì a rompere alcuni tabù femminili, rivestendo quel certo pigmento erotico dal carattere osé che ritroviamo nella silhouette ovoidale dei cappotti, talvolta con maniche a kimono, talvolta con un ampio volume sul retro, realizzati in compatto melton di cashmere e in soffice doppio tessuto di cammello e alpaca, oppure lavorati a maglia, con bordi finiti al laser.
I raffinati volants donano una nuova femminilità alle gonne e agli abiti a tunica invitando a soffermarsi in quel laboratorio artigianale della Maison Max Mara, dove pyiamas e fluide vestaglie in flanella, o in soffice velluto blu notte, danno un nuovo significato a quel gesto artistico dei piccoli riti della nostra quotidianità tra il giorno e la notte.
Infatti quando cala la notte, il luccichio di cristalli blu e neri sottolineano la loro rigorosa geometria, suggerendo la felicità di un abbraccio e condividendo le sperimentazioni e desideri di una “Society is the happiness of life”, definendola alla maniera shakesperiana.
Infine c’è un capitolo a parte che, tramite la famosa frase di Colette “Esistono intenditori di blu proprio come esistono intenditori di vino”, segnato dal suo influsso di ingenuità libertina di interpretare la vita, Max Mara la assume come un mantra proponendo all’interno della collezione un colore navy inchiostro scuro e un cobalto, da abbinare al nero corvino e al grigio fumo.
Come sempre, Max Mara è capace di rivoluzionare l’ottica di un guardaroba moderno, concependolo con un’entità singolare e identitario, per una donna che desidera una stanza tutta per sé.
Di Alberto Corrado