Inquieto, scismatico, eccentrico, Ludovic de Saint Sernin torna protagonista indiscusso delle fashion week. Con molte sorprese e novità.
Stagliata sul filo del desiderio primordiale, il debutto a New York di Ludovic de Saint Sernin ci racconta il risultato di un dialogo con la Robert Mapplethorpe Foundation, fondata dallo stesso fotografo, un anno prima della sua morte.
A questa designer di una fecondità torrenziale, a New York, ha portato in show l’eterna venerazione nei confronti del fotografo newyorchese Robert Mapplethorpe, esaltando l’aspetto delle silhouette, sebbene poi tutto era incentrando su capi maschili e femminili, che parlavano la stessa lingua grazie a slip sporgenti e dettagli sexy, pronti a mettere in evidenza il corpo.
Infatti l’ammirazione di Ludovic de Saint Sernin nasce quando legge, appena ventenne, “Just Kids” di Patti Smith, musa, amante ed immortale amica di Robert Mapplethorpe, fantasticando quello che poteva essere la linea e il gusto del suo marchio, fatto di una ricerca di legittimazione simbolica della sua personalità.
Nello show newyorchese, punto di riferimento stabile per gli studi sulla fotografia di Robert Mapplethorpe che va dalle sezioni dedicate alla flora alla cronaca della scena BDSM, Bondage, Discipline, Dominance and Submission, sono riportati in forma più velata con quel gioco di vedo e non vedo, che richiama le opere del fotografo, i fiori che omaggiano il corpo e la oscura eroticità, che risiede negli sguardi innocenti dei modelli e delle modelle.
Ed ecco che il designer e il fotografo sono finalmente assieme, abbracciati in un contesto dove Ludovic de Saint Sernin si diverte ad infrangere con la potenza dell’audacia quell’erotismo che evoca e asseconda tutte le persone, che si identificano nell’osare davvero incarnare sé stessi.
Gilet, sottovesti e camicette vaporose aprono lo show, rivelando come in una danza il corpo avvolto da spettri floreali di papaveri e tulipani e orchidee, gli stessi ideati da Robert Mapplethorpe negli anni’80 per sottolineare che i fiori sono gli organi sessuali delle piante, e che anche nel loro caso Bello artistico e Sesso non possono essere separati, tale da far cadere quella barriera artificiale fra arte ed erotismo.
Molti critici di quel tempo descrivevano l’arte di Robert Mapplethorpe come quasi intrappolata tra “New York Glamour” e “New York Squallor”, proprio per quella sua duplice personalità nel raffigurare quella high society dei suoi tempi che di notte aveva l’attitude di vestirsi di solo cuoio.
Una duplice e sfacciata idea sovversiva, che abbiamo ritrovato nel power dressing stile anni’80 di Ludovic de Saint Sernin portato in scena a New York, enfatizzato dai reggiseni push-up in pelle e pantaloni butt-cleavage, così nelle calzature ricche di potere di seduzione, qui confezionate da Christian Louboutin, e nei gioielli, nati dalla collaborazione con il brand spagnolo Tous.
Una collezione dove innocenza e carnalità diventano la stessa faccia perché come era solito dire Robert Mapplethorpe “la bellezza e il diavolo sono la stessa cosa”.
Di Alberto Corrado