Per imparare dovete entrare nello spazio in cui Giorgio Armani si concede per la Haute Couture, in cui il gioco della moda diventa una cosa seria.
Esiste sentimento più pressante e universale dell’amore per la moda?
Ed esiste un creativo capace di trattarlo in modo penetrante e giocoso, al medesimo tempo poetico, dell’immenso Giorgio Armani?
Basterebbero queste due semplici osservazioni per salutare con gioia la nuova collezione “Haute Couture en Jeu” di Giorgio Armani Privè.
Hanno ragione i moltissimi buyer e colleghi della stampa nel sostenere che questa collezione è da leggere come uno spazio in cui lo stilista si concede slanci di creatività inaspettati.
Anche dal punto estetico, il coup de théâtre messo a segno da Giorgio Armani, già compare nel primo look di apertura della sfilata, dove si raccoglie quella profondità armaniana verso culture diverse, nella gioia con cui si esplora quei mondi lontani, andando oltre i confini, tanti cari alla Maison.
Tanto che qui Giorgio Armani offre al pubblico femminile i consigli di una visione estetica nuova di una donna che in ogni luogo che visita raccoglie qualcosa e lo rende suo, anche solo con la fantasia.
Intanto scivolano con sorprendente leggerezza ludica in passarella i vari look come in un viaggio del tutto immaginato, da occidente a oriente: dove le vestaglie come chimono incontrano i piccoli bustini, mentre le giacche finemente realizzate in modo sartoriale danzano su pantaloni che si stringono al fondo, fino alla smaterializzazione dei tessuti che diventano vaporosi ed impalpabili in abiti con applicazioni da sogno.
Tutto questo non fa che accrescere la potenza dell’impasto della palette colori: dai toni acquosi e preziosi, che vanno dai rosa pallidi al verde giada, dagli azzurri tenui al blu notte e royal, fino ai bagliori dell’oro.
Come negare arrivati a questo punto, che la “Haute Couture ed Jeu” costituisce uno snodo fondamentale nello sviluppo della idea armaniana che la bellezza ha la capacità di cambiare il mondo? Senza mai dimenticare, però che dietro, c’è passione, dedizione, contraddizioni, inciampi ed estasi della perfezione.
Non si spiegherebbe, altrimenti, le incessanti metamorfosi delle collezioni di Giorgio Armani Privè che contrassegnano la nostra esistenza e ci donano quegli spiazzamenti che il il prêt-à-porter, così legato alla coerenza del guardaroba, di solito non concede.
Di Alberto Corrado