Canada Goose e KidSuper collaborano in esclusiva per celebrare l’NBA All- Star 2024.
In questi giorni velocissimi di presentazioni a Parigi pochissimi show fuori calendario hanno avuto, una maggiore attenzione da parte della stampa e dei buyer, e la recente collaborazione tra Canada Goose e il brand Kidsuper, con sede a Brooklyn, ha avuto un riguardo molto ampio e davvero insolito.
Una proposta di una capsule di quattro pezzi, che è stata accostata alla collezione FW 2024 di KidSuper e ai pezzi chiave dell’offerta di calzature di Canada Goose, proposta con quell’approccio unico, estroso e leggero del designer Colm Dillane, artista e musicista, designer e fondatore di KidSuper.
Nato e cresciuto a New York City in una famiglia multietnica con padre irlandese e madre spagnola, che lo sostiene negli studi delle scuole primarie e in seguito a finanziargli il corso di laurea in matematica alla New York University. Colm Dillane nel seminterrato dei suoi genitori fonda Kidsuper, nel 2010, una joint venture che si avvicina più ad un collettivo creativo di grande successo, dove moda, pittura, musica e cinema raccontano e immaginano l’aspetto più originale di una generazione che cambia.
Colm Dillane crede fermamente che qualsiasi cosa faccia, mettendoci quel suo entusiasmo contagioso catturerà il cuore delle persone “Quando si è piccoli, si crede di poter fare qualsiasi cosa” dichiara in backstage Colm Dillane “e che tutto sia possibile: si è giovani e liberi. Kidsuper vive secondo questa filosofia”. Un mantra che conquista subito tutto il mondo creativo della moda e non solo.
Una filosofia che esprime lo stesso sogno e lo stesso impegno di Canada Goose, brand fondato in un piccolo magazzino a Toronto, in Canada, oltre sessanta anni fa, e arrivato da allora al riconoscimento internazionale, come uno dei principali produttori al mondo di abbigliamento outdoor per climi estremi.
Un collegamento di appartenenza, che esprime, tra vicende personali e stralci di varia umanità, un tessuto stilistico molto aperto e particolare a tutti quelli che amano una forma di moda realistica, rilevandone l’intento di dare consistenza ad un viaggio di scoperta attraverso lo sguardo unico di ciò che è v’è più irripetibile nell’animo umano.
Canada Goose realizza, così, una molteplice visione del suo universo attraverso quattro pezzi che comprendono la Reversibile Fleece Jacket, il Reversible Puffer Vest, la Crofton Puffer Jacket, e il Jacquard Toque intrise dell’approccio unico, estroso e leggero del designer Colm Dillane, che incarna la funzionalità e le prestazioni di un variegato e anche non banalmente elementare senso dell’esistenza di uno sguardo unico della moda.
Tornando invece alla scelta estetica di Canada Goose, che fa parte della partnership pluriennale con la National Basketball Association (NBA), ha raccolto durante la Parigi Fashion Week un certo scalpore, fermo restando, peraltro, per le due rappresentazioni visive uniche realizzate che celebrano NBA All- Star 2024 : “Purple Crowd” che raffigura un gruppo di tifosi festanti all’interno di uno stadio, rendendo omaggio alla connessione tra le persone attraverso lo sport. E “Landascape” che illustra le cime innevate delle montagne con le acque ghiacciate sottostanti, esemplificando l’etica del brand.
Siamo insomma in presenza di un’alternativa coerente tra spinta estetica innovativa e rispetto dell’Heritage, considerando anche il doppio registro tra voce della quotidianità e voce di sostenibilità, mantenendo il pianeta al freddo e le persone che lo abitano calde.
Ma rientrando nei percorsi eterogenei di entrambi i brand, è ben sottolineare l’attenzione alla grande performance di chi indossa un capo di questa collaborazione che si deve sentire si libero di vivere appieno il mondo esterno.
In questo agisce la capacità immutata di Canada Goose di arrivare sul mercato con una capsule virale, grazie alla scelta del tessuto, al posizionamento delle tasche, passando per l’aggiunta di dettagli chiave come il cappuccio regolabile, suscitando sempre ulteriori sfumature di apprezzamento, come è nel felice destino dei classici senza tempo.
Di Alberto Corrado