Daniel Roseberry, ineguagliato interprete del suo tempo e di sé stesso, porta in scena per Schiaparelli, una collezione Haute Couture Primavera/ Estate 2024 folgorante e decisamente unica.
Lo stivale da cowboy, ripensato come una fantasia alta fino alla coscia irto di fibbie, l’iconica treccia di cavallo da dressage, rifatta sotto forma di punte di raso di seta per ricoprire un bomber in camoscio color cammello, un abito corsetto in denim bianco è la surreale proposta presentata da Schiaparelli, come apertura della settimana dedicata alla Haute Couture a Parigi.
Un abito con scheda madre e microchip inondati in una incrostazione di artefatti tecnologici precedenti al 2007, hanno catturato gli occhi del pubblico invitato, assieme ai pizzi guipure e merletti, applicazioni di velluto e pizzo, frange di ciniglia tagliate e ricamate a mano.
Una collezione insolita, non solo per il titolo “Schiaparalien” che unisce l’eredità di Elsa e la continua curiosità dell’Alieno, ma anche per la maestria di Daniel Roseberry nell’indagare i segreti dello zio Giovanni Schiaparelli, lo zio di Elsa, che era l’astronomo che ha scoperto i Canali di Marte e che ha coniato anche la parola “marziano”.
Del resto ci domandiamo che cosa rappresenta una ossessione o uno studio sulle contraddizioni: l’eredità e l’avanguardia, la pura bellezza di un decorativismo funzionale e la provocazione tra cielo e terra. Le risposte sono spesso sorprendenti, divise per offrire emozioni diverse, quella dell’arte e la natura che ci insegnano sempre, che le cose e le idee possono essere diametralmente opposte tra loro, ma possono anche combinarsi per creare sorprendenti chimere.
Intanto va ricordato, che questi oggetti composti da parti familiari all’estetica della Maison sono creazioni che onorano questa tradizione, combinando tecniche del vecchio mondo, con forme e modelli e riferimenti del nuovo mondo.
Preziosi anche i codici plasmati da Elsa Schiaparelli come la serratura, il metro, le parti anatomiche del corpo che in questa collezione sono stati inseriti nei gioielli, nelle scarpe, nelle pochette e nei ricami, come messaggi segreti per quell’universo intellettuale femminile di ieri e di oggi.
Il risultato di tutto ciò, sono figure e profili al tempo stesso familiari e non che solo Daniel Roseberry rende irrepetibili fin dal suo esordio come direttore creativo della Maison, rendendosi un “magnetofono ben temperato”, ovvero un registratore perfetto del proprio tempo. In tutti questi cinque anni è stato un sismografo efficace legato a una temporalità, quella di apportare contemporaneità a Schiaparelli, del tempo vissuto dalla fondatrice, studiando e trascrivendo gli archivi in modo impeccabile. La sua caparbia e indefessa riscrittura è lo stigma stesso del suo stile, perché non c’è un solo dettaglio cui non pone mano per rifarlo, almeno per quei capi da lui pensati come maggiori, eppure il suo rifare agisce per forza di cose su un già designato, grazie a quell’occhio in continuo ascolto del presente.
Forse per questo la sua collezione Haute Couture Primavera / Estate 2024 ci appare come la testimonianza più acuta di quella cultura surrealista piena di contraddizioni, e quindi totalmente Schiaparelli.
Di Alberto Corrado