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Marco Candiani conquista i lettori di ogni età con “La bambina che riportò Natale a casa” di Porto Seguro Editore. Invitandoci ad uscire dalla nostra comfort zone.

La magia del Natale è una trasformazione, una metamorfosi, il cambiamento, che dobbiamo affrontare quando non c’è l’aspettiamo o magari stiamo tentando di evitarlo.

È questa la storia di Marinella raccontata da Marco Candiani, studioso di teologia e drammaturgia di numerosi volumi “Fatta per vivere nell’ombra”, “Sopra ogni cosa”, “La mela spezzata” e “La bambina che riportò il Natale a casa” in libreria per Porto Seguro Editore.

Marinella è un archetipo facile oggi da riconoscere a metà tra un angelo nascosto, senza dimenticare la sua caparbietà che lamenta sulle ingiustizie da combattere, come la felicità altrui la fa ridere e riempire di gioia, tale che il suo viso diventa come un sole, illuminato allo Zenith.

Unica eccezione, in una vita ripiena della propria benevolenza, è un luogo proibito, interdetto a tutti, nel proprio paesino dove si cela un mistero del passato, che non conosce, ma che desidera svelare.

Un personaggio così limpidamente positivo, così comprensibile per quel cocciuto perdono, che sparge in giro alla vigilia delle feste, mentre tutti vorrebbero dimenticare, e la sua piccola, paffuta sagoma illuminata dalla Grazia si staglia sia nella zona vietata, dove si vuole dimenticare un tragico incidente avvenuto vent’anni prima, sia per Busta Vecchia, il suo paesino, coinvolgendo i suoi coetanei e gli abitanti.

La vicenda è quella di una crescita, come nel più classico dei romanzi di genere, che Marinella affronterà aprendosi a chi è lontano nel credere alla magia del Natale e facendo i conti con la parte di sé più vicina e sconosciuta, mai sfiorata e che pure esiste, un disvelamento oltre la propria volontà imposta dagli incontri con statuitine di un presepe e di un carillon che suona “Tu scendi dalle Stelle” composizione attribuita ad Alfonso Maria de Liguori), tutti oggetti immaginabili per chi è sempre vissuto solo in compagnia dei limiti degli adulti, e delle loro idiosincrasie di nascondere una tradizione

"Tu scendi dalle stelle"
Alfonso Maria de Liguori

Marinella è una buona per principio, non è avida perché non è corrotta dal potere, non è violenta perché ha subito qualche terribile ingiustizia da un’amica o dal suo stesso fratello. Semplicemente è così perché ama capire e non concepisce l’ignoranza di un divieto non spiegato, che si traduce nell’essere aperti ad un dialogo con il mondo in maniera diversa.

Inutile dire che il romanzo di Marco Candiani, al di là dell’intento pedagogico congeniale alla lettura natalizia, è davvero disseminato di allegra magia. Innanzitutto perché è costruito con rigore narrativo. Quello che il lettore affronta, camminando assieme a Marinella, è un magnifico crescendo di pathos e curiosità, di scenari e paesaggi che si aprono come libri nel libro, insieme a trovate ingegnose, che lo tengono al sicuro da inciampi di banalità.

Birmingham Museums Trust

Insomma, Marinella è sorprendente e, diciamolo, molto molto simpatica.

La accompagnano, a suo malgrado e sua fortuna, un fratello che desidera anche lui cambiare la rotta delle imposizioni, un amico del cuore, un papà sempre molto comprensivo, una maestra di disegno che ammira la sua creatività, un maestro di musica che la incita a guardare sempre avanti nella vita, ma anche una madre troppa severa e ligia alle regole di una società.

Marco Candiani non deve solo aver letto i romanzi di Charles Dickens, ma conosce sicuramente Italo Calvino, che ha dedicato con “Fiabe Italiane” una raccolta di duecento fiabe delle varie tradizioni orali, di altrettanti luoghi e regioni d’Italia.

E poi c’è un altro tema portante, quello dell’amicizia, quella euforia improvvisa che ti fa scaldare il cuore e anche le guance e che, ad un certo punto, allarga lo sguardo di qualsiasi incredulo, che diventa viatico metamorfico per raggiungere la meta di un prefissato obiettivo.

Che bello scoprire che possiamo guardare alle incertezze del futuro, persino piena di trappole, sapere di avere accanto qualcuno che ci vuole bene così come siamo. Anche se quello che siamo. Che bello scoprire la gentilezza che accende le luci del Natale e fa brillare a festa le case.

Che bello prendere atto che possiamo e dobbiamo essere sempre noi stessi, senza rinnegarci, ma diventare migliore di prima.

E poi alla fine della storia la felicità esiste proprio perché qualcuno come Marinella e gli abitanti di Busta Vecchia, che ce la fa apprezzare. Questa è la magia del Natale. Buon Natale a tutti voi .

Di Alberto Corrado