Cover | Illustrazione di Maurizio Manzieri
Il culto della moda, il culto dell’anatomia del classico, il culto della bellezza, il culto del cibo. C’è un filo sottile che assieme unisce questi universi apparentemente distanti tra loro, essendo animali sociali che necessitano di comprendere i vecchi culti del rito con quelli nuovi, per ritrovare il senso di quello che eravamo e quello che siamo, definendo l’uso comune di uno spazio o un tempo reale o anche simbolico. Visitare una mostra è di certo un rito culturale sociale. La moda è un flusso di idee e contenuti da cui ogni giorno attingiamo, ciascuno in modo proprio, per rappresentarci agli altri, come se fosse il nostro primo biglietto da visita quotidiano. E i libri in ogni genere e soprattutto quelli fantasy piacciono tanto alla nuova generazione, per diventare un prefisso funzionale di una forma di socialità, una piazza frequentata secondo i dati da oltre 23 milioni 750 mila persone.
Dati che ci stupiscono ma che definiscono una società, che spesso non analizziamo, ma sta cambiando attraverso mezzi che superano i confini, spingendo alla riflessione pratica oltre lo sguardo individuale. Il numero che state per leggere raccoglie il filo suggerito di tutte queste scoperte che riempiono di significato le nostre esistenze e di quella produzione artistico e culturale ritenuta emblematica nel suo genere, perciò di culto, che gode dell’ammirazione assoluta di molti appassionati. Non possiamo perdere il senso magico, della capacità di sorprenderci di fronte a questa prospettiva che congiunge insieme due parti, in modo bi-valente, avvicinando l’una e l’altra persona senza confonderle e senza allontanarle, distinguendo ciò che sta al di qua del passato e quello che sta al di là del presente. Quello che questo magazine, nel suo piccolo, prova a fare due volte l’anno, è dare proprio conto di come il culto del talento, in forma di immagini e parole, possa illuminare anche in tempi minacciosi, nei quali la curiosità e la voglia di vivere sono più che mai necessarie.