Francesco Risso omaggia Parigi con i suoi ricordi con una collezione che sottolinea che la missione di Marni è capire le persone e il loro modo di vivere.
Il viaggio creativo di Francesco Risso, questa volta ci porta a Parigi nell’ hôtel particulier di Rue de L’Université, che fu la casa di Karl Lagerfeld, dopo aver toccato New York sotto un ponte a Brooklyn e Tokyo in un Colosseo fatto di carta.
L’idea di sfilare a Parigi è nata da due madeleine sepolte nella memoria di Francesco Risso: la prima è riferita ad un profumo attribuito ad una creatura bellissima, quando aveva quattordici anni, che scomparve subito davanti ai suoi occhi lasciandogli solo quella leggera fragranza, che lo perseguitò per anni , costringendolo a recarsi a Parigi solo nella speranza di sentirne di nuovo l’incanto dell’aroma; la seconda che da adolescente andava a trovare la sua amica Serena nella capitale francese, a casa dei suoi genitori nell’elegante 7° arrondissement, proprio vicino all’appartamento di Karl Lagerfeld e spesso assieme aspettavano ore ed ore, che lui apparisse di nero in Rue de l’Université
Durante la ricerca della location per lo show, a Francesco Risso gli fu offerta proprio ex casa di Karl Lagerfeld, e così come un “Marcel-narrante” nella “À la recherche du temps perdu”, capolavoro di Marcel Proust, dove il protagonista si trova a gustare una madeleine con il tè e, all’improvviso, gli si impongono con nitidezza i ricordi d’infanzia, così lo stesso designer riscopre quei ricordi in maniera vivida ed emotivamente intensa, accettando di far sfilare la sua collezione in quelle stanze.
Gli appartamenti privati e i giardini barocchi del favoloso hôtel particulier sono stati adornati dal risso pensiero con tubolari gonfiabili come sedute per accogliere gli ospiti, mentre alcune piccole orchestre, vestiti con camici immacolati bianchi da laboratorio, eseguivano brani sotto la direzione del cantautore inglese Dev Hynes, meglio conosciuto in passato con gli pseudonimi Lightspeed Champion e Blood Orange.
Il flusso della collezione co-ed è iniziato con top a coste, aderenti e leggeri di varie lunghezze, per sottolineare le linee del corpo, per poi cedere il passo ad una serie di look sartoriali disugualmente combinati, come il top dal taglio squadrato indossato sotto un trench dalla foggia decisa, abbinato a pantaloni o con la variante di una minigonna ondulata.
Molti pezzi della collezione sono stati realizzati in maglieria tecnica a trama morbida, per mantenere la forma rigida, che poi sono state esplicitate nelle varianti di colore iconiche e pirotecniche del brand.
Il senso della dedizione del lavoro manuale è stato al centro della scena nella cura del dettaglio di crinoline con eccezionali intrugli di fiori dècoupage, che lo stesso Francesco Risso le ha definite “l’estasi della mano”, ricercati tra centinaia di immagini di almanacchi botanici per poi essere stampati su cotone, ritagliati individualmente e poi cuciti.
Un virtuosismo della mano che va contro la virtualità pervasiva, perché dobbiamo come dice Francesco Risso “spogliare la nostra mente e vestire i nostri sensi”.
Di Alberto Corrado