Tra Venezia e i suoi motoscafi scorre un’energia particolare capace di generare un qualcosa di puramente magico. Sono loro i sovrani della città galleggiante.
Esiste una storia d’amore molto lunga e lega due elementi che ormai fanno parte del nostro immaginario: Venezia con il suo Festival del Cinema e il motoscafo. Una relazione ormai consolidata che diventa indissolubile proprio per l’effettiva necessità in cui ci si imbatte a Venezia per esplorare la città e non solo.
Per molti di noi però (a meno che non si fosse nati nelle vicinanze di Venezia o si avesse in famiglia qualcuno con questa tipologia di imbarcazione) la comprensione totale di questa meraviglia creatura non è stata immediata; nei nostri occhi c’era un motoscafo sicuramente bello, avvolgente, interessante ma non munito di quel fascino che solo a Venezia con i suoi taxi puoi trovare.
Ricordo ancora oggi in maniera lampante il mio primo arrivo a Venezia ormai diversi anni orsono e quello stupore incessante che attraversava la mia mente nel vedere una città galleggiante con tutti quei taxi che disegnavano traiettorie bellissime lasciando una scia dietro di loro come fosse un soave pennello di un pittore.
Sono piccoli salotti naviganti, intrisi di eleganza e sobrietà che fanno da cornice ad una città surreale.
In nome della nostra onestà intellettuale occorre evidenziare un aspetto molto importante e cioè che se è vero che un prodotto rimane tale fino a quando qualcuno non lo indossa, allora è pur vero che questa iconicità deriva dal fatto che tutte le celebrità che sono passate e continuano a passare da Venezia rimangono estasiati dai motoscafi veneziani siano essi taxi di città o imbarcazioni private.
A tutto ciò bisogna aggiungere una nota di merito al motoscafo per eccellenza rappresentato dal Gruppo Riva il quale ha fatto di questa categoria una vera e propria eccellenza nel mondo, dove la qualità e l’estetica si fondono perfettamente.
Quando si pensa al Riva, si accede inevitabilmente ad un immaginario poetico, romantico, oserei dire onirico. Lo si riconosce subito e non è un caso che si sia visto in film in cui il gusto estetico non passa inosservato.
Nel lontano 1955 Pierce Brosnan nei panni di Mr Bond, James Bond, sfrecciava su un Riva Aquarama nel porto di Monaco; ne “La Grande Bellezza” Paolo Sorrentino lo ha voluto fortemente in una scena: per non dimenticare un’altra pellicola hollywoodiana come “Ocean’s Twelve“.
Nel 2007 la rivista “Boat International” l’ha nominata la barca più bella del mondo. Si proprio così e non è neanche giusto dare per scontato tutto ciò solo perchè siamo abituati al bello, all’eccellenza e al gusto. Penso sia doveroso ribadire un concetto chiave che spesso passa in sordina: questo è il Paese più bello del mondo non solo perchè da lassù siamo stati divinamente graziati dal creatore che si è letteralmente divertito a disegnare sul mappamondo uno stivale, ma anche per l’incessante lavoro di molta gente che ogni giorno si prodiga per sviluppare e partorire bellezza, fascino, narrazione di un ecosistema chiamato Italia.
Di Frank Gallucci