Ph. Peter Nicola
Catherine Zarcate con “I Racconti dei saggi dell’Antico Egitto”, edito da L’Ippocampo, ha cercato di restituire al mito una dimensione più umana ed emotiva. Un viaggio personale per ritrovare l’equilibrio della barca della nostra vita.
“Prega con un cuore amante in cui stanno racchiuse tutte le parole”.
Massime di Any, ca. 1300 a.C.
“Il dio Ra una volta emerso dal caos primordiale, creò per autogenerazione tutto ciò che popola il mondo: sputò e l’umidità fu Tefnut, respiro l’aria fu Shu. Le due divinità divennero, fratello e sorella, si librarono nei cieli girando, giocando e volteggiando al punto che il dio temette di aver perso i suoi figli. Quando tornarono, la gioia di averli ritrovati lo fece piangere e dalle sue lacrime nacquero gli uomini.
Le divinità da lui emanate generarono a loro volta dando vita a Nut, divinità del cielo, e a Geb dio della terra. A quel punto il mondo prese forma”.
I misteri e la religione dell’Antico Egitto fu una parentesi di tremila anni di stabilità culturale, ma la sua traccia duratura nel pensiero e nell’arte ne fanno una delle rivoluzioni più discusse di tutti i tempi.
Questo non è una sorpresa dato che indipendentemente dagli orientamenti politici, possiamo ritrovare in rete l’ascesa di gruppi religiosi che danno vita a un qualcosa che inauguri un’era quasi utopica, dopo aver costruito un seguito nel regno virtuale, l’attività si è ora riversata in quello fisico.
Certamente possiamo trovare nella religione, come in quella odierna, una sorta di esperienza laica, causata anche dallo scoppio di numerose guerre e malattie, come quella del Covid-19.
Cosa le persone cerchino nella religione in questi momenti di smarrimento è una via di uscita a quelle norme che la società inasprisce in risposta a minacce ambientali come emergenze sanitarie, carestie e rischi naturali che richiedono un comportamento di condivisione.
Un modo per incoraggiare queste azioni è invocare un dio benevolo che ristabilisca l’ordine, perché i traumi possono creare costellazioni di mutazioni ideologiche. Dopodiché entra in azione l’equivalente culturale della selezione naturale, che elimina le mutazioni meno adatte alla società, mentre altre si affermano.
Il libricino tascabile di mirabile fattura “Racconti dei saggi dell’antico Egitto” di Catherine Zarcate, edito da L’Ippocampo, ci porta a riflettere i primordi della egittologia, gli scavi archeologici che erano avvolti da un sacro e superstizioso timore. L’irrazionalità prendeva il sopravvento e si aveva paura che uno scienziato osava profanare una tomba venisse colpito da qualche misteriosa malattia.
Un saggio che cerca di restituire la finezza del rapporto con la natura e la religione valorizzando la vitalità. Una lettura strutturata che si trasforma come una sorta di un viaggio personale, dove simboli pongono una serie di domande che sembrano sussurrate dagli dei in persona per confortarci e darci quell’equilibrio sulla barca della nostra vita.
Una sorta di ponte capace di creare una corrispondenza tra terra e cielo, tale che il lettore si sorprenderà a porsi molte domande suscitate dalla saggezza dei miti egizi e ritrovare risposte in attesa di soluzioni definitive.
Di Alberto Corrado