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Parole d’ordine di Luisa De Palma sono qualità e territorio, che insieme a creatività e tradizione, sostenibilità, danno vita That’s Alyki. Un prodotto senza tempo.

Il 2010 era il momento di mettere in opera un progetto che racchiudesse in un attimo “la maglia”, quella preferita per farla diventare un brand prezioso con un piglio easy&fun.

Un pensiero che è balenato nella mente di Luisa De Palma, dopo aver ricevuto un ennesimo complimento per aver prestato il suo savoir-faire ad altri brand riconosciuti della moda e nell’ aver ridefinito con ironia i parametri della maglieria di pregio.

Forte dell’esperienza nell’azienda di famiglia, e una profonda conoscenza delle fibre e di come reagiscono ai processi di follatura, fondamentali per garantire un prodotto di alta qualità, si è subito dedicata con impeto nel recupero e riciclo di materiali tessili del celebre comparto laniero biellese. Un rimettere in equilibrio il mondo esterno, ormai devastato, con quello interno produttivo, dove la sostenibilità si unisce ad un nuovo universo di stile.

Così riprende il filo immaginario del bon-ton da sempre legato ai filati nobili attraverso una serie di piccoli maglifici dislocati tutti tra Piemonte e Lombardia, creando prodotti lavorati con estrema sapienza, quella trasmessa da generazione in generazione. Un immaginario circolare partito dal confezionare sciarpe fino alla prima collezione di maglieria da donna, fino ad un rapporto di fiducia e stretta collaborazione con le boutique che condividevano la stessa per quanto riguarda la maglieria: da Guichardaz a Courmayeur, a Chicchi Ginepri a Milano, da Andreas Murkudis a Berlino, a Victoire a Parigi o Timeless a Martha’s Vineyard.

E dalle proposte jumper, V-neck, cardigan e twin-set è facile immaginare che Luisa De Palma si è divertita a realizzare uno stile di vita, che spesso noi auspichiamo, ma spesso non mettiamo in pratica, come la rilassata intimità e una cura per sé stessi, senza compromessi.

Ma ad emergere è soprattutto un sottile ambientalismo. Una caratteristica tipica di Luisa De Palma è quella di immergere il suo lavoro nella sostenibilità, nell’ottica di realizzare un prodotto sempre più attento all’impatto ambientale, attraverso un’accurata selezione di materie prime provenienti dal recupero di sottoprodotti dei lanifici biellesi.

Come tutti i tessuti utilizzati dal brand sono tracciati e schedati attraverso un sistema di IOT Blockchain, in modo da garantire che le materie prime siano 100% italiane e che il processo di produzione avvenga in maniera controllata e con il minor spreco possibile.

Non è pedanteria scientifica, ma sincero amore per la natura e per il nostro pianeta in sofferenza, ed un messaggio a tutti coloro che sottovalutano il cambiamento climatico.

Niente proclami, niente j’accuse, solo una nuda esposizione dei fatti: Luisa De Palma basta vedere il suo sorriso e la sua sensibilità nel creare una capsule Re- Cashmere, dove espone con chiarezza attraverso maglie dolcevita, girocollo e cappelli realizzati in cashmere sostenibile, ciò per cui altri competitor sprecherebbero in pagine di distinguo.

Sotto l’aspetto delle forme over, le coloriture intense e le rigature facilmente personalizzabili in base alle richieste del singolo buyer, le collezioni That’s Alykisono anche e forse soprattutto un grido d’allarme per la vita del pianeta, soffocato metafisicamente dalle miserie dei suoi abitanti.

Il passo chiave, quello che racchiude meglio di tutti lo spirito di ogni collezione, arriva quando lo si indossa perché ci si sente protetti e rassicurati, anche se vi sono esplosioni di nuance accese ma sempre stemperate da una silhouette easy-to-wear.

Una sorta di rinnovamento che avviene ogni stagione come quello della natura con i suoi cicli, mentre l’umanità diventa sempre più vecchia, invece That’s Alyki con Luisa De Palma in ogni collezione ci parla di bellezza che serve a coccolarci, e nasconderci in un caldo abbraccio per sfuggire al non metterci troppo a nudo all’intrinseca brutalità del quotidiano.

Di Alberto Corrado