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Tra innovazione e rigenerazione, sociale e ambientale. Un percorso alla ricerca di soluzioni alternative per seguire la mission di Lush, che da sempre produce cosmetici freschi e fatti a mano venduti in pack sostenibili. Il 66% del totale dei prodotti Lush, infatti, è ad oggi nudo: un costante impegno per la riduzione di consumi inutili che si è tradotto negli anni in un proposta di prodotti unici nel loro genere.

Per saperne di più ed entrare in un modo davvero all’insegna del riciclo, Lush presenta a Milano, al primo piano dello store in via Torino 42, fino al 30 giugno, la mostra “Future Fibres: il packaging che verrà”, un’esposizione multisensoriale sul packaging del futuro.

Dai prodotti solidi e nudi all’utilizzo di materiali durevoli, passando per la ricerca di fibre naturali e completamente tracciabili, fino ad arrivare a pratiche di riciclo, upcycling ed economia circolare per ridurre l’impatto sull’ambiente e le emissioni di Co2: il viaggio di Lush attraversa tutti i paesi del mondo, dal Nepal allo Zambia, dall’India al Giappone.

Le fibre del futuro sono fibre naturali, completamente tracciabili fino all’origine, che hanno un impatto positivo sulle popolazioni e sull’ambiente. Materiali che provengono da terreni che valorizzano gli ecosistemi locali – suolo, scarti, fauna selvatica, economia locale e salute. Ma non solo. Queste fibre  Spesso si intrecciano a progetti di empowerment delle donne e tutela dei mestieri artigianali, come ReWrap in India per i knot wrap o One Planet Cafè per la fibra di banano dello Zambia, la conservazione dei saperi tradizionali come per la carta lokta nepalese, e in generale contemplano la rigenerazione e conservazione dell’ambiente, della fauna selvatica e del tessuto economico e sociale delle comunità locali. Provenienti da coltivazioni spontanee o biologiche, grazie a suoli più sani hanno un consumo di acqua ridotto anche del 91%, come nel caso del cotone biologico dall’India.

Tra i progetti di rewilding nel mondo c’è la  carta Golden Eagle, utilizzata per alcune confezioni regalo, che contiene il 5% di fibre di legno proveniente da un progetto di rigenerazione e rewilding nella foresta di Akaya, in Giappone. Qui vivono alcuni degli ultimi esemplari di aquila reale del paese. Il progetto di Akaya è un’iniziativa della comunità locale in collaborazione con alcuni gruppi per la conservazione che si propone di riconvertire le monoculture di cedro a foresta naturale su un arco di 50 anni. Seguendo criteri scientifici, gli alberi delle piantagioni vengono progressivamente abbattuti, aprendo un sito di caccia per le aquile reali e lasciando spazio per la crescita di piante diverse.

E ancora: la carta di fibre di banano proviene da un progetto equosolidale che nasce per combattere la distruzione della fauna selvatica e sostenere l’indipendenza delle donne in Zambia. Una fibra biologica, equosolidale e climate positive.

La tappa in Nepal, invece, porta alla scoperta della carta lokta: durevole e naturalmente resistente a insetti e muffe, veniva utilizzata negli anni ‘80 in Nepal per documenti ufficiali come la carta di identità. La carta lokta si ricava da un arbusto sempreverde che prolifera naturalmente sui pendii dell’Himalaya: raccolta secondo un metodo tradizionale che ne consente la ricrescita spontanea, può essere riutilizzata molte volte per regali dal cuore etico.

I contenitori in sughero riutilizzabili e biodegradabili progettati per contenere uno dei prodotti simbolo di Lush, lo shampoo solido, sono un’alternativa che unisce etica e praticità. Il Cork Pot infatti combatte il cambiamento climatico: il sughero è un materiale in grado di sequestrare i gas serra dall’atmosfera e ogni singolo cork pot di 35 g sequestra 1,2 kg di CO2. Grazie a collaborazioni preziose, questo prodotto sta aiutando a rigenerare le foreste di querce da sughero autoctone, a ripristinare la biodiversità e a fornire nuove opportunità alle persone più giovani della regione rurale dell’Alentejo, in Portogallo.

Infine, per alcuni knot wrap e canvas bag, Lush si affida a Re-Wrap, un’impresa sociale di Mysore, in India, impegnata nella tutela dell’ambiente e il cambiamento sociale. Re-Wrap opera attraverso l’empowerment femminile impiegando, con redditi equi e formazione artigianale, donne in situazione di povertà estrema, restituendo loro dignità e futuro. Promuove inoltre una filiera di cotone 100% biologico ed etico che acquista direttamente da un gruppo di coltivatori, offrendo loro sicurezza economica e la possibilità di pianificare il proprio futuro.

Per chiudere il cerchio, Lush collabora con i clienti grazie al programma Bring It Back che apre la strada a un nuovo concetto di “packaging come servizio” e si propone di sostenere un modello di economia circolare.
Per ogni contenitore riportato, il cliente riceverà 50 centesimi di euro utilizzabili per gli acquisti contestualmente alla spesa del giorno. Una volta riportate in negozio tutte le confezioni vengono spedite al Lush Greenhub in Croazia, l’hub di riciclo dei materiali, che si occuperà di processare e sminuzzare il tutto per creare nuove confezioni.

di Stefania Lupi