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Osservare le piante con occhi nuovi, soffermandosi sulla loro capacità di adattamento.

“Ci sono fiori ovunque per chi è disposto a vederli.”

(Henri Matisse)

Il tomo “L’Intelligenza dei fiori” scritto dal premio Nobel Maurice Maeterlinck nel 1907, risulta di un’inaspettata attualità, tale da diventare un riferimento tematico della scorsa edizione di Orticola 2023, una delle più importanti mostre mercato per il vivaismo nazionale ed internazionale.

Pubblicato per la prima volta nel nostro Paese nel 1921, ha visto un ulteriore versione italiana nel 1944, fino alla ristampa per conto dell’edizione Ibis nel 2011.

Maurice Maeterlinck, noto per le sue opere teatrali da drammaturgo caratterizzate da fatalismo e misticismo, come L’intrusa (L’Intruse) del 1890, I ciechi (Les Aveugles) del 1891 e L’Oiseau Bleu (L’uccellino azzurro), il suo più grande successo che fu messo in scena a Mosca da Stanislavskij, ma fu anche naturalista tale da comporre diversi saggi come quello sulle formiche, termiti e le api.  E anche un appassionato botanico attratto dalla sperimentazione nel giardino, e sull’indagare il rapporto tra uomo e natura, tale da elaborare con un linguaggio rigoroso, un volumetto sull’intelligenza avveduta e vivace del mondo vegetale, che si caratterizza per acume e perspicacia.

MAURICE MAETERLINCK

Uno scritto che si concentrava sull’analisi sui temi della fecondazione incrociata e dei sistemi di disseminazione, che portava alla luce esempi del tempo dati da quella immaginazione inventiva come la mimosa pudica o della ginestra, ma anche del semplice filo d’erba.

Ne emerse il continuo lavorio d’invenzione della Natura come processo creativo, riconducendo l’umano all’interno di un macrocosmo, anzi ricollocandolo al posto che gli spetta nel mondo, alla pari con tutto gli altri suoi abitanti.

Dactylorhiza incarnata

Un mondo vegetale che a noi sembra quasi pacato, dove tutto appare come accettazione e obbedienza, è al contrario un luogo dove la rivolta contro il destino è la più veemente e la più ostinata.

Uno spettacolo che ci lascia affascinati e che ci stupisce ancora oggi, quando appassionati, giardinieri, collezionisti, vivaisti e progettisti in un sapere condiviso diventano protagonisti di una mostra come quella che si è potuto visitare ai Giardini Pubblici Indro Montanelli, a Milano.

E la prima cosa che ci ha colpito è la bellezza del fiore, che non si debba pensare solo come ornamento, ma come organo riproduttivo che riesce ad attrarre insetti impollinatori e a guidarli, come nel caso della Dactylorhiza incarnata che attira l’insetto e riesce a fargli depositare il polline esattamente nel posto giusto per la fecondazione. O ancora in altre intelligenze che troviamo nelle piante carnivore come la Drosera che utilizza i suoi tentacoli appiccicosi e ghiandolari per intrappolare gli insetti, anche con la capacità di movimento di piegarsi verso la preda, mostrando un livello di reattività.

ORTICOLA 2024 GIARDINI PUBBLICI INDRO MONTANELLI

Anche le Ginkgo biloba, amatissimo nel periodo autunnale che si tinge di un giallo intenso, non è altro un vero fossile viventi e l’unica specie comparsa sulla Terra circa 250 milioni di anni fa, che ha una caratteristica interessante: sono piante sia maschili, sia femminili e la loro impollinazione viene affidata al trasporto del vento.

Dobbiamo ricordare che vi sono anche i fiori intelligenti come le geofite, piante perenni con gemme inserite su organi sotterranei, come bulbi, tuberi, rizomi, che vanno in riposo con il troppo caldo o con il troppo freddo, e fioriscono solo quando riconoscono condizioni favorevoli.

Ginkgo biloba. PARCO DELLE CASCINE IN AUTUNNO

Un viaggio onirico dove non c’è trucco e non c’è inganno, c’è solo un’ammissione di intelligenza e della capacità di ogni singolo forma vegetale di adattarsi, crescere e moltiplicarsi.

di Alberto Corrado