Ph by Nicola Carignani
Betony Vernon apre la porta della trascendenza personale, in una posizione di estimità, che legittima qualsiasi attività riguardante il sesso.
“La sessualità non è un’attività ludica, ma uno stile di vita.”
Alexander Lowen, psiconalista, psichiatra
Il sesso è una questione tutt’altro che semplice. Non importa quanto tu sia realizzato nella vita sociale, perché spesso si nascondono quelle passioni che ci conducono al disastro delle nostre vite sessuali, alquanto deludenti, o quasi inesistenti.
Ancora oggi, che siamo bombardati da inchieste e indagini dove si parla di sesso come mai prima, scopriamo che anche i Millennials e Generazione Z fanno fatica a raccontare la verità sul sesso, e che non sanno assolutamente capaci di condividerla.
Spesso si fa sesso perché abbiamo bisogno espellere la nostra ossitocina che provoca eccitazione sia dal punto vista biologico che psicologico, tralasciando il bisogno fondamentale di che cosa emotivamente sia vicino al nostro piacere, sia fisico che mentale, che induce a cadere in quella sensualità surrogata, e totalmente inappagante.
La chiave di poter aprire e superare la repressione e l’ossessione riguardo a tutto ciò che è sessuale e che consiste nell’avere una intelligenza sessuale, e soprattutto conoscere sé stessi e il nostro piacere.
Questo implica superare i miti culturali che distorcono la nostra sessualità per scoprire i nostri desideri reali e sviluppare quello che siamo veramente, ed essere in connessione con l’IO sessuale segreto.
Le persone sessualmente intelligenti comprendono questo attraverso una energia e più sana e genuina, sconfiggendo i miti distruttivi riguardo al sesso, come quello che abbiamo assorbito dall’educazione familiare, o dal messaggio dei social media, ma soprattutto dalle nostre esperienze personali.
Sessualità e Sensualità sono due parole simili che indicano due principi complementari, che non hanno un confine preciso, ma la cui separazione risulta essenziale.
Negli anni’90, nel pieno della liberazione sessuale, Betony Vernon designer, antropologa sessuale e autrice, ma soprattutto attivista e divulgatrice dell’importanza dell’eros, diede vita non solo in America, ma in maniera diffusa in Europa, in Oriente e nella lontana Russia, ad alcuni opening dove presentava i suoi raffinati gioielli, che non sono altro degli strumenti per raggiungere l’estasi, insieme a consigli per elevare il concetto di piacere e celebrare il potere della sensualità.
Da questa sua missione che copre l’arco di tre decenni, è scaturito un racconto di un viaggio visivo verso un paradiso intimo, che si è mutato in un libro “Paradise Found: An Erotic Treasury fro Sybarities”, edito da Rizzoli New York.
Grazie anche al supporto di grandi maestri della fotografia da Douglas Kirkland ed Ellen von Unwerth a Nick Knight e Jeff Burton, e dell’illustrazione come David Downton e François Berthoud e molti altri, che attraverso i loro scatti o illustrazioni ci conducono verso quel benessere sessuale auspicato dalla autrice e che viene svelato immagine dopo immagine, pagina dopo pagina attraverso l’elegante design della collezione Sado- Chic.
Così il lettore è invitato ad esplorare la propria libertà sensuale attraverso i capitoli: “Orchestrare i sensi”, “Solleticate le vostre fantasie”, “Erigere il tempio” e “Giochi di ruolo” creano un percorso di scoperta e mistero. “Legami intimi” e “Scettri del desiderio” accompagnano nella rivelazione di ricercati strumenti di estasi, mentre le immagini voluttuose di “La cerimonia” tessono un mondo onirico di piacere.
Il successo del libro che ha avuto largo consenso in tutto il mondo in ogni fascia d’età, è arrivato anche in Italia, ed è stato presentato la scorsa settimana all’Istituto Culturale Fondazione Sozzani, con l’introduzione da parte di François Berthoud.
Il reading che ha raccolto numerose persone del mondo della moda e del cinema, è stato un vero e proprio momento di consapevolezza e di rivalutazione di come ci approcciamo alla sessualità in tutte le sue manifestazioni, e di come cerchiamo spesso un risultato di mediazione che spesso non soddisfa, e che rischia di svuotare la nostra passione e sensualità insita in ogni rapporto umano.
Non a caso il sottitolo Sybarities ci riconduce alla triphè sibarita, una sorta di “dolce vita” praticata qualcosa come due millenni e sette secoli fa in una potente e raffinata della Magna Grecia, Sibari, nel nord dell’attuale Calabria, nota per la ricchezza e il fasto e per la popolazione da gusti raffinati, che si circondavano di comodità.
Una dolce vita da far invidia alla cronaca più recente, che ci porta a pensare che una buona educazione sessuale apre la porta alla trascendenza, e che i nostri avi erano molto più propensi a godersi la vita, senza pregiudizi.
di Alberto Corrado