Entrambi, infatti, pensano e hanno pensato al comfort e a nuove formule di eleganza attraverso lo studio di innovativi materiali e lavorazioni: le fibre stretch in versione mono e double face inventate da lui come il mitico double concepito da lei, viaggiano in parallelo con l’ostinata ricerca di un design che manifesta una felice relazione tra fisicità e abbigliamento.
Eleganza come linea: questo il loro comune contributo. A prova che le buone idee, nel design ma non solo, resistono adamantine al tempo e alle stagioni. La loro è una ricerca che si nutre di “riduzionismo”complesso nei suoi elementi costitutivi. Lavorando per sottrazione, si arriva così alla sostanza di un’opera che parla di linee e forme per assecondare un corpo in movimento che supporta una creazione dove l’essenziale è privilegiato allo spettacolare.
La collezione si sviluppa per elementi che definiscono un lessico vestimentario dove ogni singola creazione, stagione dopo stagione, diventa un nuovo lemma. Non è un caso che, per l’a-i 2023/24, uno dei progetti intorno a cui si condensa la filosofia del “nuovo” stile Schön sia una borsa – battezzata Shadow – dalle linee purissime e calibrate, dove le proporzioni auree e la pianta a ovale affusolato inaugura un sistema di disegni organici.
Sicuramente corroborato da abiti e mantelli in cashmere double dal tocco impalpabile, assolutamente moderni perché non riferibili a nessun genere specifico e quindi potenzialmente adatti a tutti, nella convinzione che disegnare abiti sia anche un gesto politico.
I grandi carré – anche loro double – si drappeggiano intorno al corpo secondo la millenaria scienza del drappeggio statuario, le giacche cardigan di varie lunghezze non hanno bottoni, e i capi dall’allure sportiva possono essere accostati in autonomia combinatoria con tutti gli altri. È un «Lego tessile senza stagioni che segue la logica di un “classico evolutivo”», afferma Audibet. La silhouette è alta, slanciata, verticalizzata da studi – come il posizionamento nelle tasche dei pantaloni asciutti e longilinei, che invita a una postura diritta, a testa alta. Il risultato finale è maggiore della somma delle sue parti, perché a integrare gli abiti c’è la personalità di chi li indossa, lusingata da crêpe, seta, lana, o addirittura lino, quasi tutti in versione double con abbinamenti impensati.
La tavolozza dei colori incorona il nero come sovrano incontrastato, il cui regno è interrotto da lampi rivoluzionari di viola, verde assenzio, rosa corallo in alcune stampe astratte ispirate ai tagli di Lucio Fontana, di cui Mila Schön era amica e collezionista. Una collezione che s’impone per la sua atemporalità ma anche per il suo essere e consiste nella scomposizione di un fenomeno perfettamente nell’aria dei tempi. «La semplicità è la sorella dell’intelligenza» è una citazione di Costantin Brancusi che Audibet ha fatto sua, dove per semplicità s’intende la conseguenza di un’attenta costruzione per un’estetica che vuole sottrarsi a un esasperato consumismo.