Ancora una volta Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain, continua a fare le cose a modo suo, anche se la scelta di inserire nella colonna sonora dello show la canzone di “My way” eseguita da Frank Sinatra, sia per alcuni rumors un’indicazione di un saluto alla Maison.
Per quanto riguarda la presentazione, ha scelto un piccolo salone ben illuminato immerso nella penombra di Le Carreau du Temple con sole due file di panche e qualche divanetto circolare, su cui si mescolavano sia giornalisti sia celebrities, per una capacità totale di 220 persone.
“Desideravo qualcosa di intimo” ha dichiarato Olivier Rousteing prima dello show “Per goder di un momento, dopo cinque mesi di duro lavoro” e soggiunge “In questa collezione ritorno alle origini, il nuovo stile di Monsieur Balmain, e questo per me è passione che si trasforma in lusso e qualità. Siamo circondati da fuochi d’artificio e tutta questa follia compreso i social media, ma alla fine torniamo alla qualità, per capire il futuro, devi capire il passato. E questa collezione è un omaggio alla Maison per cui sto lavorando.”
Accanto a lui nel backstage vi era anche Stephen Jones, modista britannico, che ha lavorato per questa collezione sulla rivisitazione dei celebri cappelli della Maison: dallo splendido bombato in moiré che riprendeva uno sketch di Balmain del 1959 al berretto anni’70 in pelle.
Sotto quei cappelli sfilava una collezione ricca di riferimenti diretti al fondatore: dal monogramma labirinto, ai fiocchi ai pois definiti da perle fino alla sartoria decostruita.
Lo sexiness tipica di Rousteing non svanisce del tutto, anche se il designer rende omaggio ad una donna più classica, ma viene aggiornata secondo il saper fare contemporaneo attraverso la scelta di materiali come il PVC ad alta lucentezza che modellano abiti da sirena anni’40 con spalle scoperte, mohair per cappe e giacche sartoriali tempestati da spille e da cristalli.
Dopo le scarpe di legno della scorsa stagione, Rousteing questa volta ha desiderato presentare graziose pantofole e décolleté con fiocco, ma anche Platform ricoperti di perle e di raso.
Sono seguiti, subito dopo, abiti per la gran sera con fiocchi esplosivi, corsetti scultorei, lunghi cappotti sensuali fatti di frusciante maglia color lampone e altri look super costruiti.
E con un finale poetico, dove Frank Sinatra cantava le note più alte del finale di MY WAY e il designer usciva per un saluto alquanto classico, diverso da come abbiamo visto le scorse stagioni. Anche questo è sinonimo di riflessione su quello che è il nuovo linguaggio della moda: puntare sulla qualità estetica del prodotto e aggiungere valore alla vendibilità del vestito, senza più superfluo pretenzioso
di Alberto Corrado