Apre le danze della kermesse della moda a New York parlando di una moda che ha cambiato la vita di tutti noi.
Dopo tre anni di emergenza sanitaria, Mar Jacobs ritorna a sfilare all’armeria di Park Avenue a New York, con una performance minimalista dove il suono del violino solista di Jennifer Koh, suonava una parte di “Einstein on the Beach” di Philip Glass, compositore statunitense di musica contemporanea.
La sua collezione dal titolo Heroes è un omaggio a Vivienne Westwood, morta a dicembre all’età di 81 anni, musa ispiratrice del percorso artistico del designer, fin dagli studi alla Parsons School of Design di New York.
Un atto dovuto alla madrina del punk che qui viene ricordata con le parrucche ossigenate delle modelle, con le zeppe indossate sotto i look, con i “tip tops” della collezione “Pirate” del 1981, reinterpretati in body in maglia casual e tubini stretti, o con le sagome romantiche dai dipinti dei vecchi maestri inglesi, qui ricreati sulle tasche dei cargo.
Un’ode al suo spirito creando un gioco di proporzioni sempre più forte tra volumi e mix dalle tonalità accese di giallo e rosso, fino a motivi a pois.
Come sagome distopiche sono riapparse in scena i codici dell’estetica di Westwood dalla camicia che si trasforma in una gonna, le allacciature delle maniche nella parte posteriore, le giacche rovesciate e i dolcevita a coste tramutati in top con i colletti come delle costruzioni di bustier, visti anche nella versione in pelle su abiti.
Le esplosioni fantastiche di couture si sono viste nei cappotti lunghi con patchwork geometrici, che sono pezzi speciali e preziosi per quella manualità, che distingue sempre il grande lavoro di Marc Jacobs.
Un evento fuori calendario che da inizio a quella che sarà da venerdì la kermesse della moda a New York, che ha risaltato la nuova prospettiva artistica di Marc Jacobs, che si conferma una stella splendente della moda americana e globale.
di Alberto Corrado