Ritmo e stravaganza per rendere la Haute Couture un’aggregazione estetica che porta solo un’atmosfera sofisticata, a tratti audace.
Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della Maison Valentino, è sempre stato un catalizzatore di movimenti artistici e cambiamenti sociologici, per questo la Haute Couture soprannominata Le Club Couture che ha portato ieri sera a Parigi, è la summa onirica dell’atmosfera spregiudicata dei club di tutto il mondo.
Il Pont Alexandre III, che si affaccia sul Bridge Club, tempio della vita notturna parigina in cui Valentino ha sfilato, era gremito di groupie pronti ad immortalare i loro idoli che sfilavano sul red carpet allestito, come un photocall.
Un’aggregazione estetica tra pubblico giovane detonatore di fenomeni estetici della notte dei club e linguaggio dell’arte, fatto di vestiti eccentrici pieni di energia e d’emozione per sentirsi liberi.
Un countdown emozionale, dove la pista di un club è stata portata in passarella al ritmo di una soundtrack curata dagli Hercules and Love Affair e da Antony and The Johnsons, idoli de Palace, Le Castel o Les Bain Douches, anche per solo ricordarci i favolosi anni del Piper e dello Studio 54.
Una collezione strepitosa, che fin dalla prima uscita ha evidenziato la possibilità di essere sicuri del nostro corpo, sia femminile che quello maschile, senza entrare nelle categorie della sessualità.
Una giacca bianca con revers neri portata con una camicia maschile in cotone e seta con slip in rosso chiusi con un grande fiocco sul davanti indossato da una modella, o il trench in tulle con intarsi di pizzo che copre i pantaloni corti abbinati ad una camicia bianca con cravatta nera, indossato da un modello.
E ancora il cappotto intarsiato a righe rosa e nere, accompagnato da un di top di organza con volant e culotte di velluto, gazar e crêpe di seta, il jumpsuit giallo abbellito con le piume, il miniabito in tulle arricchito con petali di fiori ottenuti dalle lastre di paillettes e scaldate per dare volume o anche un altro minidress in mussola di organza di seta con pizzo che copre un poco una culotte in cady, che lascia ammirare il collant in point d’esprit con guarnizioni in pizzo.
Vestirsi e travestirsi per catturare l’attenzione attraverso le curve naturali del proprio corpo, senza mai dimenticare di essere sé stesso, anche quando si indossa un abito.
Questo è il racconto di Pierpaolo Piccioli dedicato alla Couture, che non è solo la giustificazione dell’immenso e pregevole lavoro dell’artigianato, con le ore di lavorazione che si impiegano per realizzare un vestito, ma anche stravaganza ed espressione di libertà di una palestra creativa.
Numerosi gli invitati che hanno fatto impazzire i groupie appollaiati sul ponte per scattare una foto: dalle attrici Anne Hathaway a Sam Smith e Ashely Park, alle star musicali come Kylie Minogue, Suga, Doja Cat.
di Alberto Corrado