Turismo, moda e sostenibilità. La rinascita economica della Serenissima riparte dalle eccellenze del Made in Italy, dall’artigianato, dall’eredità artistica e intellettuale che ne ha fatto una della città più desiderate e desiderabili al mondo. Iniziata il 19 ottobre, la Venice Fashion Week animerà ininterrottamente la Laguna fino al 29 ottobre, tra palazzi e dimore storiche, botteghe e laboratori artigianali, atelier e gallerie d’arte. Leitmotiv dell’evento è il racconto che rende Venezia esempio di eccellenza artigianale e centro esemplare del dibattito internazionale sulla sostenibilità.
Giunta alla sua X edizione, organizzata da Venezia da Vivere e patrocinata dal Comune di Venezia e Homo Faber, la manifestazione segna già importanti obiettivi. “Tutto rientra in un indirizzo che è quello sull’approccio qualitativo e non più quantitativo per Venezia”, ha spiegato Fabrizio D’Oria, direttore di Vela e tra i partner della manifestazione “con il ripensamento di manifestazioni internazionali e sperimentazioni a numero chiuso sulle rive, ma anche con la calendarizzazione di appuntamenti qualitativi come il caso della Venice Fashion Week. Un altro punto di forza è stato sulle connessioni multidisciplinari, perché siano capaci di integrarsi un esempio virtuoso in tal senso per la settimana che si aprirà a Venezia, perché coinvolgerà delle realtà produttive eccellenti di settori diversi.”
In primo piano un protagonista del settore elettrico, Repower, nonché armatore di due barche e in crescita proprio nel settore nautico, già alla Biennale di Venezia e al Festival del Cinema. “Stiamo sviluppando un vero e proprio “ecosistema della mobilità”, ha detto Davide Damiani, responsabile delle relazioni esterne di Repower Italia, “vogliamo essere partner che, per quanto di dimensioni medie, ma con un fatturato di più di due miliardi di euro all’anno, possiamo sostenere progetti di rilancio turistico perché promette volumi importanti”.
Molto coinvolgente la presenza di alcune antiche attività di Venezia e dintorni che, dopo generazioni, realizzano tutt’ora prodotti di alto artigianato e soddisfano mercati di tutto il mondo. A cominciare dalla Tessitura Luigi Bevilacqua, unico nel panorama internazionale per le sue speciali tessiture a mano – dal tipico broccato ai finissimi velluti, all’antico ed inestimabile stile “americano” appena recuperato – che lavora da generazioni con segmenti alto del mercato mondiale. L’azienda manifatturiera con telai antichi e manualità di grandissimo pregio è “…un archivio artigianale vivente e un patrimonio culturale che non si può perdere” ci ha confidato Rodolfo Bevilacqua, erede e titolare dell’antica attività sul Canal Grande.
È un unicum anche Orsoni Venezia 1888, unica fornace rimasta a Venezia fondata sotto la dominazione austriaca e ancora oggi impegnata nella produzione di tessere con colori da minerali e vetro tratto dalla sabbia di silicio, segna la sua partnership offrendo un patrimonio di expertise preservato e riconosciuto. Quello che le sue opere musive raccolgono sono infatti collaborazioni illustri per varie icone del mondo: dalla Sagrada Familia alle volte d’oro prodotte per la Basilica San Marco, da alcune realizzazioni del Vaticano a quelle più contemporanee nel settore privato come nella luxury hospitality internazionale.
Ad aprire la settimana della moda il brand Liviana Conti con un bel progetto di connessione tra moda e artigianato: due mostre presentano nella boutique di Liviana Conti in Campo San Zulian a San Marco e nella galleria di Lunardelli Venezia a San Polo, la nuova collezione A/I Liviana Conti unita nel design ai pezzi di artigianato creati da Agnese e Sebastiano Lunardelli. Una collezione moda di capi morbidi e accoglienti, una palette dal basic al fluo rosa fucsia e verde mela, impreziosita da paillette rettangolari per un effetto casual-chic.
I capi di Liviana Conti in mostra tra gli oggetti di design in legno e vetro e gli strumenti della falegnameria Lunardelli sottolineano il dialogo stimolante tra diverse realtà. A concludere la serata, nell’area di produzione della falegnameria, il brindisi a un emozionatissimo Sebastiano Lunardelli per il suo inimitabile savoir-faire artigiano che ha ricevuto il titolo di MAM, Maestro di Arte e Mestieri dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. E ancora, le proposte dello stilista Franco Puppato, del designer Nicola Zenella per occhiali fatti a mano del brand In Barberia e molti altri ancora. “Saranno dieci giorni in cui si potrà toccare con mano il valore della creatività nell’ambito della moda e dell’alto artigianato” ha anticipato Laura Scarpa, tra gli organizzatori insieme a Lorenzo Cinotti di Venezia Da Vivere. “Tra le novità di quest’anno poi c’è Ornamenti, un salone dell’accessorio artigianale con convegni e presentazioni di stilisti emergenti come la pluripremiata start-up di moda etica Endelea che coniuga il design contemporaneo alla sartoria africana”.
La sostenibilità è uno stile di vita: nel fine settimana del 22 e 23 ottobre con Atelier Aperti: più di 40 artigiani hanno mostrato le proprie collezioni nelle loro botteghe, dove comincia il processo creativo che porta alla realizzazione di capi e oggetti unici.
Protagonisti alla Venice Fashion Week anche brand legati all’up-cycle per il riutilizzo di filati di alta moda, esposizioni che puntano sulla qualità e durabilità dei capi fino al recupero dei materiali per la produzione di accessori fashion, con tappe anche presso un laboratorio di cuoio vegano. Organizzata a tema proprio da Confartigianato Imprese è l’iniziativa Upcycling, in programma il 26 ottobre a Palazzo Sagredo, focalizzata sul riciclo creativo di abiti e accessori (con la dimostrazione del sarto Demis Marin dell’atelier Ramosalso e l’intervenro di Valentina Bonafé di EstroDiverso) e, il 27 ottobre, con l’associazione Camera Buyer e Italian Artisan, anche una tavola rotonda nella stessa location, sul valore delle produzioni artigianali nel settore business.
Il 23 ottobre le artiste Séverina Lartigue e Nadia Syrkova hanno dialogato insieme alla Magazzino Gallery di Palazzo Contarini Polignac, l’una creando le rose di seta che realizza per l’alta moda, e l’altra creando, decorando e dipingendo cappelli artigianali.
Ogni giorno eventi, sfilate, dibattiti e occasioni di incontro, come quello tra i direttori di alcuni tra i più prestigiosi alberghi della città, quali Patrizia Hofer del St. Regis Hotel, Alain Bullo del Londra Palace Hotel, Gioele Romanelli di Hotel Flora, Casa Fora, Hotel Novecento e Inside Venice, Gloria Beggiato dell’Hotel Metropole, Gianluca Lorenzet del boutique hotel Corte di Gabriela, Matteo Bisol di Venissa e Andrea Di Maso di Hotel Luna Baglioni, avvenuto ieri a bordo di Repowere, sul tema sostenibilità.
“È emerso quanto la sostenibilità sia richiesta dagli stessi clienti che arrivano a Venezia, città che per la sua conformazione si presta a diventare un laboratorio per sperimentare nuove forme di turismo di qualità” ha raccontato Laura Scarpa, riassumendo i punti focali dello scambio tra chi ha il polso della situazione sui visitatori che arrivano in città. “Abbiamo messo in rete alcuni degli attori principali che hanno manifestato la necessità di ritrovarsi in altre occasioni per unire le forze e rendersi promotori di iniziative sulla sostenibilità, a partire proprio dalla mobilità sostenibile”.
A Palazzo Sagredo si terrà giovedì 27 ottobre una tavola rotonda: Il valore delle collezioni artigianali per i buyer di moda con l’associazione Camera Buyer, David Clementoni, fondatore del marketplace B2B Italian Artisan, con la presenza dell’ecodesigner Tiziano Guardini e la firma del manifesto di Venice Fashion Week 2022, l’illustratore Jacopo Ascari.
Del resto, da secoli Venezia è il luogo dove creatività e tecnologia s’incontrano dando vita a nuove visioni per il futuro della città.
a cura di Elisabetta Canoro