Prima mostra in Italia dedicata a Ossie Clark e Celia Birtwell, che con loro linguaggio creativo, fatto di lunghi e coloratissimi abiti fluidi, hanno definito la Swinging London e il cambio di un’epoca.
È da tempo che l’arte e la moda vivono su un sistema di relazioni articolate in un binomio: mostra e pubblico. Una vitalità che nasce dal bisogno di comunicare e di contattare il pubblico per promuovere la cultura della moda, tramite progetti espositivi e pubblicazioni.
Per questo con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, il prossimo 16 settembre s’inaugura la mostra “Mr & Mrs Clark” al Museo del Tessuto di Prato, per poi fare, successivamente tappa a Milano a gennaio, presso la Fondazione Sozzani.
Un percorso espositivo fatto non solo di abiti con le stampe iconiche di Ossie Clark e sua moglie Celia Birtwell, che arrivarono a definire il quartiere bohèmien della West London, ma che intende anche raccontare il contesto e l’evoluzione di quel designer fatto dalle geometrie stilizzate, bouquet floreali e fantasie ispirate dalle tappezzerie medievali, ai Ballet Russes, fino alle avanguardie cubiste.
Così Quorum, boutique nel cuore di Chelsea, diventa la meta della gioventù della scena londinese, decretando Ossie il re di quello stile inconfondibile del Flower Power, che lascerà un segno nel periodo successivo compreso dal 1965 al 1974, con la minigonna di Mary Quant e il movimento punk sovversivo di Malcolm MacLaren e Vivienne Westwood.
Nell’arte e nella moda si incontra spesso il ruolo della musa, ma in questo caso la celebre coppia fa un caso a sé, dato che non si saprà mai dire dove finiva la creatività di uno e iniziava quella dell’altro: Celia disegnava le stampe su leggere crepes, sete e chiffon, mentre Ossie le trasformava in abiti, che conquistavano il jet set internazionale.
I capi e la documentazione, curata da Federico Poletti, fatta da video, foto ed editoriali d’epoca, sketch e riproduzioni dei disegni sono straordinari e documentano con perfezione la relazione artistica di questi due grandi protagonisti della moda del Novecento.
Il nucleo più importante, dedicato agli abiti, proviene dall’archivio di Massimo Cantini Parrini, costumista pluripremiato ai David di Donatello dal 2016 al 2021 e candidato agli Oscar per i costumi di Pinocchio nel 2021 e Cyrano nel 2022, e arricchito di ulteriori prestiti dalla collezione di Lauren Lepire con sede a Los Angeles, che conta oltre 200 abiti originali di Ossie, e dagli archivi londinesi della famiglia Clark e della stessa Celia Birtwell.
“Sono entusiasta di questo progetto che vuole essere una celebrazione della sua vita” ha dichiarato Celia Birtwell, moglie di Ossie Clark “È importante mantenere accesa la fiamma di Ossie affinché il suo lavoro non vada dimenticato. Professionisti e studenti possono imparare molto dalla sua modellistica e dal suo stile. È ancora oggi fonte di ispirazione per tante persone e i suoi abiti restano attuali, una visione di una donna sexy e femminile ma mai volgare.”
Una mostra che rende omaggio ad “un sodalizio creativo di due artisti” come lo definisce Massimo Cantini Parrini “che in un solo decennio hanno rivoluzionato e cambiato il percorso della moda, ispirando attraverso il loro modo di reinterpretare l’arte della stampa e il design.”
È davvero una buona occasione per ammirare quegli abiti d’ispirazione ’30 e ’40 dal taglio slanciato che rivelavano il décolleté tra movimenti sensuali e giochi di trasparenze e scandagliare i segreti, di quel clima che ritorna in modo irresistibile, ancora oggi, nelle collezioni psichedeliche di Richard Quinn, giovane enfant prodige della scena londinese.
Corposo il catalogo che sarà presentato in occasione dell’inaugurazione con i contributi di giornalisti ed esperti del settore oltre a interviste inedite di Amanda Lear e Celia Birtwell.
by Alberto Corrado