Tagli vivi, cuciture a vista, spalline insellate, arricciature e ricami che riprendono punti a mano: sulla passerella di Altaroma, i giovani fashion designer della Scuola romana di Moda dell’Istituto Europeo di Design scardinano tutti i dettami dell’alta sartoria.
Una passerella che è un inno alla body positivity, un elogio della bellezza imperfetta e che ricerca la piena libertà attraverso la rinuncia delle etichette: i migliori diplomati dei corsi in Fashion Design e Design del Gioiello di IED Roma, nella cornice dell’Ex Caserma Guido Reni hanno mostrato il risultato di un percorso didattico durato tre anni. Un lavoro artigianale volto a ribaltare i canoni della disciplina sartoriale e, metaforicamente, un rovesciamento delle regole che vuole affermarsi come un manifesto dell’imperfezione.
“Un manifesto dell’imperfezione che non trascende dalla bellezza – commenta Paola Pattacini, coordinatrice della Scuola di Moda IED Roma -. L’alta sartorialità fa da cornice all’estro insubordinato dei nostri designer, che attraverso le lavorazioni artigianali e i ricami mantengono un forte legame con le tradizioni del territorio, pur consapevoli della loro libertà creativa, che trova pieno nutrimento in una città come Roma“.
Dieci le capsule collection presentate ad Altaroma, accompagnate da tre collezioni di accessori e due di gioielli. Tra queste, Bodyparts di Gianluca Zumbolo, collezione che indaga il corpo e il suo modificarsi con il tempo, che con imbottiture, upcycling e punti a vista esalta una bellezza in continuo mutamento che mette in discussione stereotipi e convenzioni. O AKETH, lavoro di Maria Eleonora Pignata, un tributo a Sekhmet – dea egizia delle epidemie e delle guarigioni, che punisce e rigenera. Una collezione nata in collaborazione con Musei Vaticani che punta a valorizzare la distruzione come simbolo di creazione e di rinascita e vuole dimostrare come dalle imperfezioni nascano potenti forme estetiche e interiori.
Protagonista della passerella firmata IED è anche la natura e il suo rapporto con l’essere umano. BIOPHILY, progetto della designer Laura Finizio, esplora l’uomo come prodotto della natura e come sua parte imprescindibile. Un legame trasposto nei capi attraverso tessuti naturali e pailettes di agar agar, biopolimero derivato dalle alghe. Ancora, Vanishing Africa, lavoro di Ida Paliotta dedicata alla relazione uomo-ambiente di Surma e Mursi, tribù etiopi ancora esistenti, e Spinosa, collezione di gioielli di Anna Tessarin, racconto di una natura ribelle, che dopo secoli di abusi, muta da prosperosa donatrice di vita a essere malefico, capace di infliggere dolore e minacciare la sopravvivenza umana.
Nel corso dell’evento IED Roma ha presentato la collezione 15-4020, dedicata ai capolavori di Giacomo Balla e realizzata in partnership con Biagiotti Group e il progetto A Future Together, in collaborazione con Maglificio Gran Sasso, nato per immaginare il futuro dello storico marchio d’abbigliamento made in Italy, che vuole rappresentare un punto di connessione tra la sperimentazione creativa dei giovani fashion designer e la qualità delle antiche tecniche manifatturiere del brand.