Louis Vuitton torna a sfilare in presenza a Salk Institute for biologica studied a La Jolla, San Diego, California, uno dei più prestigiosi istituti di ricerca scientifica in campo biomedico a livello globale.
Una scelta voluta da Nicholas Ghesquiere, direttore artistico della Maison, per un racconto quasi cinematografico del nostro futuro incerto, ma anche dell’ottimismo che pervade l’indole umana, nel ricreare una collezione nomade che talvolta ci ricorda una donna guerriera alla Mad Max.
Dalla struttura brutalista dell’Istituto scientifico disegnato secondo quella visione brutalista degli anni 60 dell’architetto Louis Kahn, al tramontare del sole ha preso vita la collezione composta da crop top a scudo, mantelline rigide come armature, sovrapposizioni di paillettes ed effetti bling bling per impressionare e stregare buyer e parterre.
Una donna che assomiglia ad una eroina guerriera che si copre il corpo per contrastare il clima, che diventa quasi nemico per i suoi cambiamenti repentini, ma sempre sensuale grazie alle linee e drappeggi. Ai piedi come vuole la moda desertica solo boots e sneakers con decori a catena.
Oltre al sole come ospite d’onore che splendeva e dava nuance emotive al tramonto sono intervenuti Delphine Arnault assieme ad Anna Wintour, e numerose star del cinema da Ana de Armas, Lea Seydoux, Samara Weaving, Emma Roberts, Billie Lourd, Renate Reisnve, Chloë Grace Moretz o Miranda Kerr.
Di Alberto Corrado