Sarah Burton, direttrice artistica della Maison Alexnader McQueen, assieme al suo team ha rinunciato già da tempo alle tradizionali tempistiche delle fashion week, presentando la collezione AI 2022-2023 fuori calendario, facendola sfilare dopo oltre due decenni a New York.
Il compianto Alexander McQueen amava New York e riteneva l’America come parte di una comunità creativa da onorare, tale da andare ben due volte a sfilare nel 1996 con la collezione Dante e nel 1999 con la collezione Eye, avendo a suo fianco Sarah Burton.
“Sono così felice di essere tornata a New York, una città che ci è sempre stata vicina.” ha dichiarato Sarah Burton dietro le quinte, prima della sfilata ai giornalisti intervenuti “Quindi, questa collezione si ispira a quell’idea di comunità, e in particolare al micelio, alla realtà della natura come comunità che è molto, molto più antica di noi. Il micelio collega anche il tetto del grattacielo più alto alle piante, all’erba, alla terra, agli animali e agli esseri umani. Il micelio ha il potere di interconnessione più profondo, trasmette messaggi attraverso una struttura sotterranea magica, consentendo agli alberi di avvicinarsi l’un l’altro quando loro o i loro piccoli hanno bisogno di aiuto o sono malati.” E prosegue “L’idea è naturalmente, una metafora dell’interconnessione e della comunità tra le persone, tra tutti noi. Esistiamo come entità singole e individuali a un livello, ma siamo molto più potenti connessi gli uni agli altri, alle nostre famiglie, ai nostri amici, alla nostra comunità. Considerato tutto quello che è successo negli ultimi due anni, sembra più importante che mai.”
Un’affermazione più che veritiera, dato che molti nel mondo della moda si orientano verso il metaverso e gli NFT, mentre la Maison porta in scena uno show in onore alla madre Terra.
Nello spazio industriale dell’Agger Fish Bulding a Brooklyn ospiti e guest star sono stati invitati a sedersi tra mucchi di foglie e cortecce ricavati da alberi caduti, nel pieno relax mentre gli altoparlanti trasmettevano il cinguettio degli uccelli e degli insetti, ricordandoci un tema molto caro al fondatore.
In passarella le modelle con incedere lento e rilassato del loro passo, hanno presentato abiti con colori luminosi ricamati con funghi e lunghe frange di seta che si ricollegavano al concetto dei miceli, ma anche modelli dalla linea sartoriale che strizzavano l’occhio alla comodità casual-street.
Non mancano anche particolari abiti per la sera e per red carpet, come lo smoking impreziosito da cristalli e lustrini, ma anche abiti che sembrano dipinti a spruzzo, ispirati da una altra collezione di archivio, la Number 13 della primavera- estate 1999, ricordandoci il finale dell’abito bianco senza spalline indossato dalla modella Shalom Harlow, che era stato dipinto da una coppia di robot. In front row Anna Wintour e Grace Coddington che conferma quanto l’attenzione del lavoro di Sarah Burton per la Maison del gruppo Kering sia eccellente
di Alberto Corrado