Domenico Dolce e Stefano Gabbana evolvono il loro concetto di moda, rivisitando gli stilemi degli anni’80, proponendo una collezione dalle proporzioni forti e volumi e linee scolpite.
Un inverno e un autunno dove i codici del brand sono riletti e catapultati nel metaverso, e come un in un videogioco, propongono delle nuove eroine super femminili. Una estetica amplificata nei 90 look, dove la silhouette è disegnata da linee a triangolo rovesciato, da giacche super huge con spalle imbottite, prese in prestito dal guardaroba maschile, ma con aggiunte di performance sexy.
I cappotti sono over in nylon stampato logo o realizzati in eco-fur dai colori vividi che ricordano l’atmosfera virtuale tipica dei videogiochi. La corsetteria DNA del brand è riletta con un’immagine più moderna senza togliere nulla alla seduzione, ed è proposta su t-shirt crop con giochi di trompe l’oeil.
Altro tema importante o un vero proprio mantra per i due stilisti è la valorizzazione del fatto a mano in Italia che si conferma nei capi in pelliccia che sembrano fatti di materiale naturale, ma non lo erano.
L’aspetto regale e naturale è legato alla ricerca della lavorazione, affidata come sempre in passato a maestri pellicciai, ai quali la Maison ha chiesto di trovare uno nuovo sistema di lavorazione basandosi su fibre e filati ecosostenibili, aprendo un percorso fur free, che era già stato presentato nella collezione uomo che aveva sfilato lo scorso gennaio.
La palette dei colori parte dal total black per arrivare al rosso assoluto, o stemperarsi nei toni metallici e tinte decise, che rafforzano il carattere e l’aspetto dell’intera collezione.
In platea una splendida Sharon Stone, che indossava un tailleur nero con décolleté a punta, che ha molto apprezzato i piumini che coprono il capo, che a parere suo sembrano una interpretazione molto intelligente dell’hijab islamico, rendendo plausibile il nuovo percorso di integrazione attraverso la moda dei due stilisti.
di Alberto Corrado