Jeremy Scott, direttore artistico della Maison Moschino, per la collezione donna AI 2022 / 2023 , riprende gli archivi dal 1989 al 1990 , quando Franco Moschino introdusse spille a forme di posate e manopole a forma di rubinetto come elementi del suo pretaporter.
In linea con il suo modus operandi, Jeremy Scott immagina una casa ben arredata, che forse sarebbe piaciuta anche al fondatore, perchè simboleggia quella raffinatezza con tocchi surreali, che sono sempre stati i cavalli di battaglia della Moschino.
All’ interno di questi spazi eleganti, sulle note di un valzer, si muovono molteplici donne vestite con un sottile equilibrio tra piacere e provocazione.
Qui la giacca da smoking viene reinventata con manici cimelio come bottoni, mentre ritagli di chiavi prendono forma su giacche e blazer aderenti che scolpiscono il corpp femminile
I ricordi di un comò in stile Luigi XIV diventano fonte di ispirazione per realizzare cappotti oversize, e giacche squadrate abbinate a gonne ad A. Come in una casa regale dall’’atrio si passa alla sala da pranzo dal gusto decadente dove entrano in gioco le argenterie di casa Moschino, che mutano in decorazioni dorate sul corpetto o sui tacchi vertiginosi.
Altri dettagli della sala pranzo si convertono in sontuosi tessuti di velluto che ricreano un abito sofà’ senza spalline o in una clutch, mentre una pendola che suona l’ora del the cambia la sua natura in un abito colonna, cosi anche un vassoio d’argento si trasforma in un bustie.
Una visione molteplice dei grandi classici della moda reinterpretati liberamente con quella ironia che solo Franco Moschino amava creare. Questo lo si trova anche nella scelta della colonna sonora che inizia con le note di 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick che accompagna l’incedere delle performance delle modelle, per poi sfumare sulle grandi note del Pipistrello di Jonathan Strauss, per concludersi con l’apparizione di Jeremy Scott, che saluta il pubblico con una tuta di astronauta color rosso.
di Alberto Corrado