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 Moda e sostenibilità si confrontano, dialogano, si intrecciano a Bologna in una mostra simbolo di fantasia, libertà e leggerezza.

La Fondazione Fashion Research Italy di Bologna ospita, fino al 27 febbraio 2022, “La Gentilezza della Carta. La sostenibilità è bellezza”, esposizione che raccoglie 18 abiti scultura di Caterina Crepax. Una mostra che, dal mese di giugno, sarà visitabile anche presso Bonaveri Milano, showroom dell’azienda nella città meneghina.

Realizzati con la carta, i capi sono opere che l’artista, da sempre affascinata da questo materiale etereo, ha plasmato grazie alla manualità e alla fantasia ereditate dal padre, il celebre fumettista Guido Crepax.

Con una formazione da architetto e una visione da artista, Caterina Crepax ha un approccio alla tridimensionalità, alla ricerca dell’equilibrio tra insieme e dettagli, tra struttura portante ed elementi decorativi, tra vuoti e pieni.

Il suo processo creativo parte da schizzi e bozzetti delle forme, poi arricchite di dettagli che, in relazione tra loro, riescono a evocare tutto il mondo che alimenta la sua ispirazione: i sogni, la bellezza della natura, il mondo orientale e i suoi decorativismi, la mitologia classica. Ma nelle sue creazioni emergono anche ali traslucide di insetti, pistilli di fiori, riccioli in ferro battuto, intarsi di vecchi pavimenti, grattacieli, rocce, nuvole, foglie, conchiglie, mappe di città.

Gli abiti di carta sono caratterizzati da motivi che riproducono i pattern dei tessuti provenienti dall’archivio di textile design di Fondazione Fashion Research Italy (F.FRI), nata nel 2015 per volontà del Cavalier Alberto Masotti – Presidente del marchio La Perla – per supportare i settori della moda e del design Made in Italy attraverso attività di consulenza e formazione.

L’esposizione affronta il tema della sostenibilità attraverso la bellezza e nasce dall’incontro tra l’artista e il patron della Fondazione per celebrare l’inaugurazione di Punto Sostenibilità: il più completo archivio italiano, sia fisico che digitale, di materiali tessili, accessori e soluzioni di packaging sostenibili per la moda. Al suo interno si incontrano lana riciclata, seta rigenerata, jersey biodegradabile, complementi in alluminio riciclato, ma anche antichi filati e tessiture. I materiali e le soluzioni sono già industrializzati e immediatamente disponibili per la produzione in piccola o larga scala.

La mostra mette in scena la visione dell’artista e il suo immaginario onirico, in un susseguirsi di pattern e colori: un’esaltazione dell’Italian Style e un’esplorazione di temi importanti e attuali come la sostenibilità e lo spreco. Al centro, un materiale circolare, capace di trasformarsi sempre: la carta. Una materia leggera che dà forma ai sogni, alla natura, al mondo orientale, alla mitologia classica, prodotta con il 100% di fibre riciclate dalla storica cartiera Cordenons.

Gli abiti sono esposti sui manichini Schläppi 2200 di Bonaveri, realizzati con un materiale innovativo generato da fonti rinnovabili. L’azienda ha presentato nel 2016 il primo manichino biodegradabile, portando la sostenibilità a un nuovo livello di qualità: le figure sono prodotte in un materiale plastico naturale e biodegradabile, il BPlast, fatto per il 72% di derivati della canna da zucchero, e utilizzano BPaint, una vernice a base vegetale. Una produzione, quella dei manichini sostenibili, che consente di ridurre le emissioni di CO2 rispetto alle plastiche di origine petrolchimica comunemente impiegate.

La mostra di Bologna punta i riflettori sulla sostenibilità come necessità e urgenza, dimostrandone la bellezza attraverso capi lavorati e plasmati con leggerezza. Abiti e manichini hanno come obiettivo il rispetto per il pianeta e lo mettono in pratica con l’uso di materiali speciali: la carta, prodotta con il 100% di fibre riciclate dalla storica cartiera Cordenons, e il biodegradabile BPlast.

Sono passati molti anni da quando ho letto i primi report sull’inquinamento prodotto dall’industria della moda, ma ricordo ancora lo sconcerto che ho provato”, spiega il Presidente della Fondazione FRI Alberto Masotti. “Il settore in cui lavoravo e che tanto amavo era la seconda attività più inquinante del mondo e ancora oggi, purtroppo, la stradaverso l’evoluzione green è lunga. Mi consola vedere che le nuove generazioni sono più attente a questi temi e ne sentano l’urgenza. Spero che la mostra che parla ai cuori attraverso il linguaggio universale dell’arte possa far riflettere e trasmetta un concetto in cui credo profondamente: la sostenibilità è bellezza, questo è un valore oltre che un dovere imprescindibile”.

S.L.