In Italia, a Milano, esiste un’azienda che crea cosmetici dal 1936, producendoli nella stessa sede sin dal 1952, in via dei Pestagalli 21. Il fondatore di Layla Cosmetics, Emanuele Rossetti, importò dagli Stati Uniti la consapevolezza di un trend e, soprattutto, la conoscenza delle basi per una produzione artigianale di smalti. Layla da allora divenne il marchio dello smalto per unghie in Italia ed ancora oggi è sinonimo di qualità e innovazione, simbolo di una produzione artigianale che ha fatto del nostro Paese un punto di riferimento nel mondo.
Una tradizione d’impresa, oggi più che mai evoluta ed eclettica, che a partire dal 1975 venne proseguita da Emma Rossetti, la figlia del fondatore che ampliò la gamma del brand al make up, e che oggi conta sull’energia esplosiva di Babila Spagnolo, terza generazione di una famiglia che ha portato e porta nelle case degli italiani il colore e la gioia di vivere di un brand estremamente amato. Imprenditrice, art director e anima del brand, Babila sta innovando il linguaggio di un intero settore , con irriverenza e ironia, con l’intelligenza propria delle donne che sanno fare la differenza. Babila Spagnolo è accompagnata in questa straordinaria esperienza imprenditoriale da Alessandro Di Fuccia che, da responsabile ricerca e sviluppo del brand, rappresenta uno dei massimi esperti italiani di ricerca in ambito cosmetologico.
La vicinanza al brand di best friends maschili come Rocco Siffredi, Mara Maionchi, Tommaso Zorzi, Sangiovanni e Fedez, con cui il brand ha lanciato una linea di smalti semipermanenti di grande successo, è solo un esempio di come Babila Spagnolo intende la comunicazione.
Abbiamo incontrato Babila e le abbiamo chiesto di raccontarci questa stupenda avventura:
1) Layla Cosmetics é una realtà storica dell’industria cosmetica italiana, da cosa differisce dalle altre aziende del settore?
Layla è una storia di famiglia e di passione. Non abbiamo mai pensato a differenziarci dagli altri, abbiamo pensato ad esser noi stessi. Ovviamente un’attività imprenditoriale sana richiede un certo livello di affermazione ma non siamo mai stati schiavi del successo a tutti i costi. A partire da mio nonno, Comm. Rossetti, proseguendo per mia mamma Emma fino ad arrivare a me, Babila, l’unico, vero, indiscutibile ed indissolubile filo conduttore è rappresentato dalla passione che ci ha sempre accompagnato nel nostro lavoro. Forse il nostro piccolo merito è stato quello di finalizzare ogni sforzo ed ogni investimento al render accessibili a tutti prodotti professionali di massima qualità. Indubbio punto di forza, invece, quello di poter produrre direttamente nella fabbrica di nostra proprietà.
2) Quando ha preso le redini del brand quale obiettivo si è preposta?
Subito dopo il mio subentro è scoppiata la pandemia quindi il mio obiettivo iniziale si è inevitabilmente tradotto nella necessità di far sopravvivere l’azienda. Scherzando, ma con un fondo di verità e paura, mi son detta che rischiavo di compiere l’impresa di far chiudere in 12 mesi un’azienda con 85 anni di storia alle spalle. Più seriamente, mi sono rimboccata le maniche e, a dispetto della situazione, ho iniziato a pensare ancora più in grande perché solo prefiggersi grandi obiettivi consente di colmare il gap che separa il possibile da quello che sembra impossibile. Le collaborazioni intercorse con personaggi di altissimo calibro, il lancio di prodotti innovativi ed il crescente consenso mi rendono orgogliosa e felice, la strada intrapresa è quella giusta anche se ben lungi dall’esser conclusa.
3) Il mondo femminile negli ultimi decenni è cambiato notevolmente sia da un punto di vista sociale che del costume, quali secondo lei principali evoluzioni se ci atteniamo al campo della cosmetica?
A mio avviso, l’evoluzione principale sta nella consapevolezza acquisita dai consumatori. Gli acquisti non sono più dettati esclusivamente dalla moda ma suggeriti da un’attenta fase di selezione e scelta. La ricerca di prodotti che garantiscano qualità, sicurezza ed originalità è sempre più evidente.
4) Ha deciso, con successo evidente, di promuovere un brand che vende prodotti destinati ad un pubblico femminile attraverso volti maschili, può spiegarcene le ragioni?
La voglia di mandare un messaggio, di bypassare tutti quei vecchi e superati retaggi in base ai quali si sviluppa l’assurda ed antistorica convinzione che i cosmetici non siano fruibili da un pubblico maschile. I nostri prodotti non sono destinati ad un pubblico esclusivamente femminile, il make up è per tutti e di tutti, il make up è genderless.
5) Dopo Rocco Siffredi, Fedez, Tommaso Zorzi, Mara Maionchi, cosa dobbiamo aspettarci nel 2022?
Non posso svelare troppo ma so quanto siano attesi gli spoiler, quindi vi anticipo che Tommaso Zorzi, non solo continuerà a collaborare con Layla, sarà ancor più protagonista in un format tutto nuovo e da non perdere!
6) Lei è un’imprenditrice che “ci mette la faccia”, quanto è importante esserci in prima persona per fidelizzare e rassicurare il cliente?
Direi che è fondamentale, non per desiderio di popolarità ma per trasparenza. Layla vuole mostrare tutto di sé, a partire dalla proprietaria e CEO. Si può parlare di fidelizzazione, io preferisco definirla credibilità. Credibilità che si può raggiungere solamente dando tutto di se stessi. Tutt’altro che facile da ottenere ma quando c’è il resto vien da sé.
7) Quali i prodotti della vostra gamma di cui va più fiera?
Difficile dirlo, sono tutti “pezzi di cuore” ma se proprio devo sbilanciarmi sicuramente il mascara The longer the better, le palette occhi, gli ombretti Rarity e le tinte labbra Eternal. Poter indossare il rossetto nonostante le mascherine ha un valore inestimabile!