È già arrivata all’edizione numero 14 l’evento-premiazione della Michelin a Hong Kong e Macao, dove in questi mesi sono emersi nuovi talenti e orientamenti capaci di superare le difficoltà della pandemia: “Qui in particolare il comparto ristorativo ha dimostrato ancora una volta grinta, resilienza, creatività e dinamismo dopo un 2021 difficile”, ha detto Gwendal Poullennec, Direttore Internazionale delle Guide Michelin, “tutto questo dovrebbe dare speranza in tutto il mondo”, ha continuato premiando i nuovi 11 ristoranti stellati: 2 bistellati e 9 con una Stella, insegne “capaci di innovare nonostante le circostanze”.
In totale sono 249 gli indirizzi inclusi nella guida, insegne che spaziano dalla cucina dell’America Latina, alla Coreana alla Singapore, consacrando questa fetta di mondo come una meta gastronomica tra le più interessanti al mondo. L’edizione 2022 premia con le Stelle 71 ristoranti a Hong Kong e 15 ristoranti a Macao. Tra questi, 11 novità, che celebrano la creatività e la grinta dei più brillanti talenti locali, che non rinnegano le proprie origini “i nostri team sono stati particolarmente lieti di vedere un numero crescente di chef onorare le proprie radici introducendo gemme gastronomiche della loro cultura”.
Nessun nuovo Tre Stelle, dunque, si aggiunge ai 7 già presenti, perfetta espressione del cosmopolitismo di questi luoghi: ci sono i francesi Caprice e L’Atelier de Joël Robuchon, l’italiano 8 1/2 Otto e Mezzo di Umberto Bombana, che festeggia l’undicesimo anno in cima all’Olimpo della ristorazione internazionale il giapponese Sushi Shikon, e poi i cantonesi Forum, Lung King Heen, T’ang Court.
A essere fregiati delle due stelle sono Octavium, locale di ispirazione italiana, guidato dallo chef austriaco Roland Schuller e dallo chef tedesco Bjoern Alexander, e Yan Toh Heen, cantonese, si uniscono ad altri 15 ristoranti con due stelle Michelin a Hong Kong e Macao (Amber, Arbor, Bo Innovation, Écriture, L’Envol, Sun Tung Lok, Ta Vie, Tate Dining Room, Tin Lung Heen, Ying Jee Club).
Tra i 9 nuovi ristoranti premiati con una stella, cinque sono new entry, in totale 59, spiccano il neobistrot di stile parigino Belon dello chef Matthew Kirkley, il Chbaat dello chef Manav Tuli che propone una versione super raffinata di cibo di strada indiano, Hansik Goo – primo avamposto oltremare dello chef Mingoo Kang dello stellato Mingles di Seoul, che serve alta cucina coreana con interpretazioni creative.
I M Teppanyaki & Wine nella sua nuova location, Sushi Wadatsumi, sushi in stile Edomas con l’executive chef Kin-san, la cucina cantonese di Seventh Son, e quella di Yong Fu spin off dell’omonimo ristorante stellato di Shanghai. Mono dello chef Ricardo Chaneton propone una audace cucina di ispirazione venezuelana con ingredienti latinoamericana, mentre quella di Whey – chef Barry Quek – è una rivisitazione della moderna cucina europea con influenze classiche di Singapore. Premiati con la Stella Verde, il riconoscimento che valorizza la sostenibilità, il bistellato Amber, dello chef Richard Ekkebus, per il lavoro a stretto contatto con i produttori, l’impegno nel trovare alternative vegetali per pellicole e packaging, eliminare l’uso di plastica, ridurre sprechi e riusare rifiuti alimentari, i corsi per diffondere la consapevolezza e le buone pratiche anche nello staff. Stella Verde anche per Roganic a Hong Kong e l’IFT Educational Restaurant di Macao.
di Redazione