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Un guardaroba mitico, di grande valore, che contiene un centinaio di abiti e accessori che hanno fatto la storia della moda internazionale dagli ’70 ai giorni nostri. E’ lo straordinario “tesoro” dell’artista Valentina Cortese, morta 10 luglio 2019.


Ora, dopo un periodo di oblio, i suoi abiti tornano alla ribalta nell’asta che la Casa milanese “Il Ponte” organizza per i primi di marzo 2022. Abiti preziosi, per lo più creazioni di alta moda firmate Dior, Capucci, Galante, Ferrè, Mila Schön che con l’attore e regista Antonio Zanoletti sono stati esposti a Palazzo Morando in occasione della mostra “Valentina Cortese. Uno stile” nel 2013.

Sono gli stessi immortalati negli scatti che scelti per la rassegna fotografica “Valentina Cortese. La Diva” applaudita al Teatro San Babila (2014), allo Spazio Oberdan (2018) in occasione della prima milanese del film “Diva!”, al Busto Arsizio Film Festival (2019) fino alle vetrine delle botteghe storiche di Galleria&Friends (2019) che hanno ospitato un evento diffuso. Questa trentina di scatti dei più grandi fotografi contemporanei, da Bob Krieger a Giovanni Gastel, è stata tratta dal volume fotografico “Valentina Cortese. 100 ritratti” che pubblicato con Skira sempre nel 2013 e che ora è in vendita esclusiva presso la Libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele.

Raccontano momenti di vita pubblica e privata durante i quali l’attrice indossa proprio quegli abiti che ora vanno all’asta per finire nelle mani di privati rischiando così di disperdere un patrimonio culturale dell’umanitàche va acquisito, tutelato e conservato. Per questo l’Associazione Culturale Profumo di Milano lancia l’appello: SALVIAMO IL GUARDAROBA DI VALENTINA CORTESE!

Questa eredità racconta di come una attrice abbia saputo con il proprio stile interpretare “la moda nel cambiamento” di questi ultimi decenni rendendola immortale e meritandosi così l’appellativo di diva. “Da dieci anni siamo personalmente impegnati nella celebrazione di Valentina Cortese come attrice, come donna e come milanese – spiega Elisabetta Invernici, Presidente dell’Associazione Culturale Profumo di Milano – Per questo abbiamo organizzato mostre diffuse, talk, serate musicali, appuntamenti cinematografici, festival teatrali mantenendone viva la memoria. Ma ora chiediamo che i protagonisti della scena culturale italiana scendano in campo al nostro fianco per salvare un pezzo d’arte e artigianato da consegnare alle nuove generazioni”. 

Un appello dunque al mondo della moda, colleghi e appassionati, ma soprattutto alle Istituzioni: Regione Lombardia, Comune di Milano, Palazzo Morando, Camera Nazionale della Moda Italiana, Fondazione Zeffirelli, Fondazione Capucci, Fondazione Cerratelli, Fondazione Prada, Fondazione Armani, FAI, Museo della Scala, Piccolo Teatro, Scuole di moda e Università, Fondazione Bracco, ambiziosi protagonisti del panorama artistico culturale di Milano ma soprattutto amici personali di Valentina Cortese.

Questi pezzi unici dell’armadio dell’attrice, compresi i mitici foulard, le mantelle e gli scialli che lei indossava, meritano la vetrina di un’esposizione permanente aperta al pubblicointernazionale e a quello milanese che tanto ama la sua concittadina- aggiunge Elisabetta Invernici-  In questi mesi, forti del nostro ruolo di biografi, sostenuti dall’incarico morale ricevuto da Valentina, stiamo lavorando per celebrare il suo centenario dalla nascita, riannodando il filo della memoria a quel lontano 1 gennaio 1923, quando nasceva come ”un fiocco di neve”.

In uscita “Album di famiglia”, un volume ricco di inediti, fotografie e documenti originali mai pubblicati prima d’ora; in programma l’iscrizione di Valentina Cortese al Famedio, l’intitolazione di un angolo di Milano e il progetto di un ecomuseo dedicato alle “donne che hanno fatto grande Milano” come la stessa attrice desiderava. Questo secondo volume così come tutte le attività precedenti dell’Associazione Culturale Profumo di Milano sono stati generati dall’archivio fotografico e documentale che Valentina Cortese ha consegnato a “Antonio Zanoletti e Elisabetta Invernici perché lo custodiscano e ne facciano buon uso”.

Stefania Lupi