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Sul finire del 1400 Albrecht Dürer immortalò Chiusa sull’Isarco, con un “appunto di viaggio” su acquarello, che poi rimase impresso per sempre nell’incisione su rame Nemesi o Grande Fortuna. Ma il pittore rinascimentale tedesco non fu l’unico a rimanere colpito dal fascino di Chiusa. Non a caso il borgo medievale è conosciuto come “la città degli artisti”. La sua romantica fama si deve all’ipotesi, non confermata, che qui nacque Walther von der Vogelweide, Il poeta malinconico del XII-XIII, il più famoso dei trovatori. La leggenda attirò qui, tra il 1874 e la Prima Guerra Mondiale, artisti e boemienne tedeschi, per dipingere, per scrivere, per comporre musica.

Oggi come allora, l’intero territorio di Chiusa (in tedesco Klausen) rappresenta, insieme ai borghi di Barbiano, Velturno e Villandro, una delle zone più autentiche dell’Alto Adige. Luoghi dal fascino immutato, lontano dalle rotte turistiche più battute, perfetti per una pausa rigenerante, per disconnettersi dal vivere frenetico e fare il pieno di energia, grazie al clima mite, al buon cibo, alla calorosa ospitalità degli abitanti e alla ricchezza di una cultura antica, tutta da scoprire.

Chiusa è una delle più incantevoli cittadine di tutto l’Alto Adige, non a caso è inclusa nella lista dei Borghi più Belli d’Italia, per l’impegno nella conservazione e valorizzazione della sua antica anima. Adagiata sulle sponde del fiume Isarco, a solo una decina di chilometri da Bressanone, la cittadina di 5.200 abitanti comprende nel suo territorio le frazioni di Verdignes-Pardello e Lazfons, situati su un’altura ad ovest, e Gudon, sul lato opposto, all’ingresso della scenografica Val di Funes. Il centro storico di Chiusa è un vero scrigno di sorprese con i suoi stretti vicoli, le graziose casette che lasciano spazio ai palazzi costruiti nel Medioevo, quando la città era sede della dogana e successivamente, durante il periodo aureo dell’industria mineraria, tra il XIV e il XV secolo.

Meno sfarzosi di Vipiteno o Bressanone ma, con facciate più larghe che hanno mantenuto immutato il loro suggestivo carattere. Senza tralasciare i caratteristici alberghi e le innumerevoli botteghe dalle tipiche insegne in ferro battuto, che ne fanno il luogo perfetto per perdersi senza fretta, ritagliarsi del tempo per sé o con gli amici, farsi inebriare dal profumo di cannella dello strudel, il dolce tipico a base di pasta ripiena di mele, pinoli, uvetta, il sapore della tradizione culinaria, la più genuina.  

Sorveglia dall’alto l’intero borgo il Monastero di Sabiona, culla spirituale dell’intero Tirolo, nonché uno dei più antichi monumenti cristiani della regione e dell’arco alpino, risalente alla fine del Seicento e oggi abitato da monache di clausura. Costruito su un’impervia rupe, per raggiungerlo basta seguire il sentiero che, partendo dal centro cittadino, continua su una vecchia scalinata, supera Castel Branzoll e si inerpica lungo una mulattiera punteggiata da alberi e fiori.

Uno scenario d’incanto, così come è un inno alla bellezza il paesaggio dei dintorni di Chiusa, con i dolci pendii soleggiati ricoperti da vasti vigneti e castagneti. Più in alto, l’orizzonte è disegnato da boschi di larici e pascoli alpini, luoghi ideali per passeggiate rigeneranti nella natura tra baite e masi di montagna, gli alpeggi di Villandro e Velturno/Lazfons, i più estesi dell’Alto Adige.

Per il soggiorno, si può scegliere, tra gli altri, il Gnollhof ****, a pochi minuti dal cuore di Chiusa, con le sue 54 camere immerse nel bosco, caratterizzato da immense vetrate affacciate sullo scenario delle Dolomiti e della Valle Isarco.

A pochi filari di vite da Chiusa, sulla linea di confine tra Dolomiti e vigneti, ​si alloggia nelle nuove suite con loggia e nelle nuove stanze a forma di botte dello Spitalerhof​, sia tenuta vinicola sia hotel per gourmet (www.spitalerhof.it/it).

In alternativa, si può optare per il centralissimo Hotel Schmuckhof: in totale 15 camere, ospitali e calde, a pochi passi dal centro storico. Fa parte della struttura il ristorante e pizzeria Torgglkeller, che ha conservato intatto il fascino di un tempo, in un contesto architettonico suggestivo, dove si gustano specialità locali accompagnate da birre artigianali. Perché una visita a Chiusa è anche un’ottima occasione per assaporare le prelibatezze culinarie del territorio, in abbinamento ai vini bianchi di grande qualità, quali Sylvaner, Kerner e Müller-Thurgau. Nettari prelibati, aromatici e fruttati, dal profumo intenso e avvolgente, proprio come l’abbraccio di Chiusa.

GNOLLHOF_ph.Alex Filz