Alto e basso: la montagna e la città. Dentro e fuori, fra le guglie di roccia o fra le pietre di antichi edifici che profumano di storia. L’inverno di Bressanone fiocca di possibilità, con le lusinghe del suo centro storico e il profilo della Plose, una montagna che, a 20 minuti dal fondovalle, è un attico di emozioni, un gateway verso il mondo bianco, fatto di neve e purezza. Non a caso qui sgorga una delle più pure acque dell’Alto Adige. Non a caso una vacanza qui ha il vantaggio delle cose belle che si trovano in una boutique, fra dettagli che si chiamano accoglienza e cortesia, via dalla pazza folla e dagli standard. Tutto è a portata di mano, tutto è a misura di uomo, perché il less is more dello sci è tutt’altro che una decrescita, ma un superlativo progressivo alla voce entusiasmo.
Dimenticata l’auto a Sant’Andrea, grazie ad una serie capillare di comodi impianti di risalita, si scaldano i motori sì, ma quelli dell’anima e delle gambe. I più sportivi ,naturalmente cercano lo sci alpino e Plose ha una neve che può vantare di aver dato i natali ad uno dei campioni più esplosivi, fascinosi e carismatici del circo Bianco. Figlio di valle Isarco e del mondo, innovatore per dna- negli anni Settanta fu il primo ad usare, casco, ginocchiere e puntali- Erwin Stricker ringrazierebbe col suo sorriso. Il suo spirito indomito, a 11 anni dalla scomparsa, è rimasto quassù lui, il “cavallo pazzo” della valanga azzurra sarebbe fiero di quei 40 km di piste che sanno accontentare tutti.
Qui la stagione inizia il 4 dicembre e prosegue fino al 3 aprile, anche grazie a tanta tecnologia che è, ormai, un must nell’era post virus. Con l’app Dolomiti Superski si acquista on line lo skipass, ritirandolo poi ai pick up box accessibili 24 ore su 24.Via web si monitorano presenze e tempi di percorrenza e si noleggiano anche le attrezzature sportive nei centri Sport Service che proprio Stricker contribuì a lanciare. L’emozione no, quella non è in “dad”, ma concreta e palpabile.
Si può cominciare per un warm up di primo mattino sulla pista 2, una blu intensa e ideale per principianti e per amanti dei selfie. Con la sua esposizione a sud, è perfetta per godere dell’abbraccio delle Dolomiti, dalle Odle al Sass de Putia. Chi vive di adrenalina, sa dove andare, su a quota 2.500 e fa tappa al rifugio Plose da cui parte col tempo e il fiato sulla leggendaria Trametsch, 9km di sfida che ne fanno uno dei tracciati più lunghi dell’Alto Adige. È anche la pista nera più antica del comprensorio cui, nuovissima, si accompagna, dal 2019, la Crazy Horse dedicata, fra tre netti cambi di pendenze e grandi curvoni, a Stricker e a quel pettorale 18 con cui vinse, proprio quassù, la sua prima gara importante.
Già stanchi? Niente scuse: sono 12 le baite e rifugi del comprensorio che rifocillano fra robuste grigliate, piatti tipici da corredare con le immancabili torte, tutte succulente, come è giusto che sia.
Del resto, per smaltire, la Plose non offre solo la discesa dello sci alpino: oltre che con i due sci o lo snowboard, sono i pattini dello slittino i migliori compagni di discesa dalle falde della montagna, con una sosta d’obbligo a malga Rossalm o allo Schlemmer Hotel. Per i neofiti ogni domenica, da fine dicembre a marzo, c’è anche l’esperto, a disposizione gratis alla stazione a monte della cabinovia Plose. Novità di quest’anno: il biglietto per lo slittino regala dicesse illimitate. Per dove? Rudi Run è la risposta ed è un nome che tutti conoscono: è una sfida, una pista, uno stile di vita. Sono 9km di discesa fra curvino e rettilinei dove slittare in sicurezza, grandi e piccini, di giorno come tutti i venerdì sera, da gennaio a marzo, grazie alle Plose Nights, quando gli impianti danno un passaggio verso la magia delle notte, da vivere sotto le stelle o al caldo di una stube, prima di ridiscende, a tutta adrenalina, con la slitta sulla pista illuminata. E non finisce qui, perché la Plose è una mini olimpiade di sport invernali. C’è lo sci di fondo con un bell’itinerario in costante, ma dolce pendenza che collega ponte Russis, lungo la strada del Passo delle Erbe, fino ad una baita accogliente. Oppure si può provare lo sci alpinismo, che debutterà proprio ai Giochi Milano Cortina del 2026 e parla di fatica e soddisfazione con il suo gesto antico di “foderare” gli scinco pelli di foca(oggi sintetiche)con cui guadagnare la cima e una piccola grande gloria, magari nelle “nights” del venerdì, quando i battipista lasciano campo libero agli amanti dello stimo, lo sci di fatica.
La meta può anche essere un caldo rifugio e suoi manicaretti regionali come la Halslhütte, dove, di giorno, i più piccoli si divertono anche sulla pista per gommoni da neve. Chi va a piedi va (altrettanto) sano e va lontano, lungo una rete di sentieri battuti anche d’inverno che si percorrono, o con gli scarponcini da trekking, o con le ciaspole se il manto fosse più fresco e consistente. E allora via, con la slow Snow, lungo il ruscello da Fistilboden da dove sbirciare il passaggio mattutino di qualche animale selvatico. Tutti gli itinerari sono sicuri e si svolgono sempre vicino alle piste da cui si può fare rientro e sono quindi perfetti anche per cominciare a dar del tu allo sci di fatica o alle racchette da neve, magari accompagnati da un professionista della montagna. Si può, infatti, prendere parte alle escursioni guidate, organizzate da Bressanone Turismo con partenza a monte della cabinovia Plose – Valcroce. Si dischiude così il mondo della Woody Walk fino alla piattaforma panoramica del Lorggenring (media difficoltà 9,7 km, 3ore, rientro in navetta), lungo un idilliaco sentiero forestale costellato di stazioni di land art e di panelli che illustrano antiche leggende.
Circolare è, invece, la ciaspolata dell’Alpe di Luson (media difficoltà, 9,9km), attraverso pascoli alpini addormentati sotto la neve, fino a raggiungere Pianer Kreuz, quasi a quota 1900 metri. Qui una piccola chiesa invita a soffermarsi, mentre lo sguardo spazia sulle Alpi di Val Sarentino e lo Zilertal www.plose.org
Se il giorno scorre fra sciallino, ciaspolate, slittino, tintarella e buon cibo e la sera concede il bis di sport, la notte, invece, si può dormire “sugli alberi” nell’incanto del luxury hotel My Arbor (my-arbor.com) oppure nel bosco del nuovissimo paradiso del wellness Forestis (forestis.it). Da quassù Bressanone non dorme mai ed è un presepe di luci che si allunga, invitante, nella vallata. E’ un peccato non concedersi qualche ora “urbana” da alternare alle piccole grandi ore alpine sulla neve. Dal 26 novembre all’epifania il centro storico si illumina con i mercatini di Natale (9.30/10 – 19/19.30) che, proprio qui e da Bolzano, lanciarono questa tradizione, ormai nel 1991 e che da quest’anno, per festeggiare i 30 anni, si impegnano a riscoprire gli usi e le tradizioni più antiche del territorio, con un grande recupero del saper fare artigianale e delle produzioni autentiche, sostenibili e a corto raggio, fra stoffe, maglie, vetro dipinto, oggetti in pelle e candele, rigorosamente made in Alto Adige.
Le casette di legno di piazza Duomo, fra profumo di cannella, non tostate e miele, diventano un luogo di incontro fra culture, dove sia gli abitanti sia gli ospiti, si possono sentire coinvolti, in una nuova dimensione di confronto e dialogo. Dale chiese affluisce la melodia di musiche antiche e di cori, che rimbalzano armoniche, fra i mille concerti di strada per celebrare il ruolo di Bressanone ieri come oggi, come baluardo di cultura e spiritualità. Fra passeggiate in carrozza o un più romantico struscio mano nella mano, nel periodo natalizio (dal 26 novembre e fino a gennaio ) tutto brilla di più anche grazie al Light musical show “Liora“. Così si accende la Hofburg, il cortile del palazzo Vescovile, con tre repliche quotidiane (17.30, 18.30 e 19.30) che parlano della riscoperta del valore del tempo e di come la felicità vada “catturata” attraverso i piccoli gesti del quotidiano. Luci, musica e due attori sul palco interagiscono con le immagini proiettate sul palazzo, con canti e gesti, attraverso una sceneggiatura pensata ad hoc per la città. Dicembre poi è sinonimo di magia e leggende antiche: il 4 giorno di Santa Barbara, tutti in piazza Duomo per conquistarsi almeno un Barbarazweig, rametto di ciliegio che, tradizione vuole, fiorirà a Natale, se “coccolato” in acqua calda e poi in vaso, come buon auspicio per l’anno nuovo.
Il 5 ed 6 dicembre arrivano i Krampus e san Nicola, mentre il 7 dicembre anche qui – non solo a Milano- si festeggia Sant’Ambrogio , come patrono di apicoltori e cerai secondo il miracolo che accompagnò da sempre la sua vita, quando in fasce fu trovato attorniato da piccole api ad indicarne la facondia e l’eloquenza. Per l’occasione quest’anno i visitatori potranno realizzare la propria candela di Natale in cera con l’aiuto di un esperto e poi farla benedire durante la messa in duomo. Candele sui balconi e alle finestre nella sera dell’immacolata, l’8 dicembre, doneranno una luce speciale a tutta la città. La notte più lunga e più buia di tutto l’anno è, invece, in calendario per San Tommaso: al 21 dicembre vanno cotti gli zelten, tipico dolce a base di frutta secca e noci. Le prelibatezze preparate vengono mangiate il 26 dicembre insieme ai familiari. Sotto la guida di un mastro fornaio il giorno di San Tommaso i visitatori potranno così preparare il proprio dolce, da portare via come souvenir. Per non scordarsi di Bressanone, dolce come un pane nuovo, soffice e divertente come la sua neve
Di Lucia Galli