Chiudete gli occhi. Lasciate andare la mente e i pensieri e dirigetevi verso il Mediterraneo. Approdate in Sicilia e immaginate di camminare a piedi scalzi su spiagge sconfinate, deserte, accecate dalla luce del sole e sferzate dal vento salato. E poi, un tuffo nel mare, lasciandovi cullare dalla onde. Un luogo magico, la Sicilia. Che Fabio Lo Coco conosce bene, angolo dopo angolo. «Gli istanti condivisi con mio padre, passeggiando sulla battigia, costeggiando il Parco Archeologico di Selinunte poco lontano dalla foce del fiume Belice, sono il ricordo più autenticamente emozionante che serbo».
Un ricordo che Fabio Lo Coco, attratto dalla profumeria artistica di cui è cultore e studioso, ha scelto di trasformare in una fragranza battezzata Mariduci, eau de parfum in perfetto equilibrio tra note acquatiche, accordi di terra, accenti floreali. Espressione del forte attaccamento alla sua terra d’origine, la Sicilia, è la descrizione olfattiva degli innumerevoli pomeriggi d’estate trascorsi tra terra e mare.
«Da bambino e, in seguito, da ragazzo, trascorrevo giornate intere sulla spiaggia che accoglie la foce del fiume Belice. Una distesa di dune in sabbia che stemperano gradualmente, tuffandosi infine in un mare limpido, eccezionalmente cristallino. Attimi irripetibili di spensieratezza, gioco, risate, condivisione. Ricordo nitidamente la sensazione di avvolgenza che provavo ogniqualvolta mi tuffavo in mare: il sentimento di appagamento, calma interiore e sicurezza che l’acqua sapeva infondermi.
Quasi mi gettassi tra le braccia di una madre».
A quel ricordo se ne sommano altri: il sentore – verde, rinfrescante, acidulo – sprigionato dalle piante calpestate nell’enfasi del gioco, la salsedine portata dal vento, l’aroma dei fiori selvatici in boccio, la pelle scaldata dal sole intenso di metà pomeriggio. «Nella memoria- spiega Fabio– ognuno di noi imprime formule olfattive. Fatte nostre, riviviamo in luoghi che appartengono al nostro io, alle nostre radici. Senza limiti di tempo, viaggiando attraverso nuovi orizzonti»
Creata a quattro mani da Fabio Lo Coco e dal maître parfumeur Nicola Bianchi, contiene accenti fioriti senza essere un floreale, ammicca al mondo gourmand ma dosa con sapienza dolcezza e sapidità. «Le essenze scelte rappresentano un tuffo nel passato – spiega Fabio – Ho pensato al sole cocente e l’ho associato al sentore abbacinante dell’ylang ylang, ho ricordato le piante verdi che ricoprivano le dune in riva al mare, di cui calpestavo le foglie nell’enfasi della corsa e le ho rese attraverso la nota del galvano. L’accento zuccherino di frutti maturi contaminava l’aria e ne sentivo l’eco olfattiva sulle mani, misto all’odore del mare. Quindi ho voluto introdurre il dattero e la prugna selvatica.Vi convivono la trionfale irruenza dell’ylang ylang, l’appagante polposità del dattero, la fresca malizia del gelsomino, la peccaminosa gourmandise della prugna selvatica, l’esplosiva irriverenza del galvano».
Anche il pack della fragranza non è lasciato al caso: riporta la foto di un’orma di piede impressa nella sabbia. «L’impronta è mia: è un segno tangibile – fisico e figurato – del mio passaggio in quel luogo- conclude Fabio – Quell’immagine mi fa riflettere sul legame che, talvolta, si viene a creare tra gli essere umani e lo spazio che abitano. Un legame intenso, che rimanda al radicamento degli alberi al terreno. Quell’orma rappresenta le mie radici, che affondano nella spiaggia dove andavo a giocare da bambino accompagnato da mio padre».
Stefania Lupi