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Memorie nascoste, sentimenti e gesti profondi. Come dipinti, le 22 silhouette presentate da Olivier Theyskens alla Parigi Fashion Week si rivelano nel tranquillo colonnato del Palais Galliera, il museo della capitale francese consacrato alla moda.

Un camaïeu di rose, sete cangianti e scintillanti, rosso fuoco e rosa brillante, un collage scintillante di nero e un bianco prezioso. Gli abiti senza tempo della collezione haute couture del designer belga fondono semplici linee architettoniche con strutture asimmetriche per dare origine a composizioni di colori e riflessi di luce.

I capi Primavera-Estate 2022, frutto di un anno di ricerca, nascono dall’idea di un patchwork, un assemblage artigianale composto di strisce di pizzo, seta e raso, ricavate dell’archivio personale di tessuti di Theyskens, da lui raccolti nel corso degli anni.

Mentre i manichini di Bonaveri accompagnano il racconto di giochi materici e cromatici delle composizioni. Sono le figure di Aloof, con le loro forme allungate e fluide, a mettere in scena gli abiti: raccontando con la loro presenza scenica il lavoro del designer e valorizzandone la ricerca.

Le figure propongono diversi mood con equilibrio e ricercatezza. Forme inedite si affiancano ai tratti riconoscibili di Theyskens: lunghi abiti da sera che lasciano scoperta la schiena, giacche vittoriane, mini dress e corsetti. I capi rimandano ai kimono e ai tessuti giapponesi Boro – letteralmente “brandelli”, sono antichi indumenti ottenuti da pezzi di stoffa rattoppati -, si ispirano all’amore con cui vengono indossati e rammendati; richiamano talvolta gli acquerelli di Egon Schiele nelle sfumature di colore o l’Ofelia di Millet nelle sue trasparenze ed evanescenze.

La collezione Aloof si ispira alle collezioni d’archivio della serie Schlappi degli anni Sessanta. Rilegge e interpreta quelle figure caratterizzate da arti e dita allungate, pose esagerate, ai limiti delle proporzioni e una pronunciata inclinazione del collo. Risultato: una visione originale e dei manichini in cui curve angolate e linee prevalentemente dritte sono addolcite dalla femminilità delle pose.

L’eleganza degli atteggiamenti richiama le atmosfere degli atelier degli anni ’50 e l’estetica che stylists, editors e fotografi hanno elaborato in scatti iconici che interpretano quell’epoca. Una collezione capace di interagire coralmente, senza che ci fosse la preminenza dei singoli sul totale.

Un manichino in grado di tenere la scena nella vetrina di una boutique così come all’interno di un department store: eclettico e versatile. Aloof è stata creata in collaborazione con Emma Davidge, come naturale evoluzione della serie Schlappi. La collezione si compone di 8 figure femminili.