Un’ immersione nell’ambiente in cui viviamo e negli elementi che sperimentiamo ogni giorno, questi sono i codici base che hanno portato Sarah Burton, direttore creativo del marchio di moda Alexander McQueen, ha creare la collezione SS 2022.
Attraverso la magnificenza mutevole e onnicomprensiva del cielo visto dalle enormi vetrate, che fanno da cornice all’ufficio di stile di Londra, dove la vista si perde dalla Cattedrale di Saint Paul al London Eye, si è voluto osservare il tempo e catturarne la formazione e colorazione delle nuvole dall’alba al tramonto per poi trasmutarle in stampe e abiti.
Immagine poetica, che richiama un altro tipo di operazione quella della trasformazione, cioè nel momento in cui avviene la metamorfosi dall’idea creativa alla costruzione dell’abito. Di questo parlano le giacche diritte con la parte posteriore gonfia, le camicie maschili con le maniche anch’esse superbamente aeree come quelle, che si potevano ricordare nei salotti dell’Ottocento, il tailleur doppiopetto dal taglio maschile e dal tessuto gessato, ma rielaborato con forme squadrate, il biker in pelle inserito in una nuvola di tulle che compone la gonna, i completi in principe di Galles trasfigurati da innumerevoli zip metalliche che segnano i punti vitali del corpo in movimento.
È un meraviglioso racconto di semplicità creativa che si ritrova negli accessori come nelle calze-stivali completamente adornate da ricami in cristallo, gli stessi replicati sulla base del tulle dalla rete larga e ancora nei leggerissimi abiti corsetto e negli stessi bustier in denim percorsi da elementi bondage dalle larghe cinghie di cuoio.
Sarah Burton dimostra ancora di più in questa collezione, di aver messo in cima alle proprie attenzioni il fatto che non possiamo mai essere sicuri di ciò che potrebbe accadere dopo, un pensiero continuo e ossessivo, quasi un mantra che era ripetuto dal compianto Lee Alexander McQueen, fondatore della Maison, e inseparabile amico.
Di Alberto Corrado