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La collezione Miu Miu Primavera/Estate 2022 di Miuccia Prada è un esercizio di rimandi e della realtà, usando capi universali del guardaroba, reinterpretandoli con una nuova freschezza. Un nuovo equilibrio di proporzioni dove pantaloni, maglioni, camicie, blazer e abitini, archetipi assoluti del vestire quotidiano, mantengono la credibilità della modellatura, ma ri-visti con un nuovo linguaggio estetico, partendo dal taglio e dal rapporto con il corpo, di chi li indossa.

“Mi interessano gli oggetti di tutti i giorni: voglio dare potere e valore alle cose che solitamente passano inosservate. Più che cercare di inventare ex-novo, abbiamo quindi voluto celebrare ed elevare gli archetipi universali dell’abito” dice Miuccia Prada “tagliare è un gesto potente, un’azione diretta che può avere un grande impatto”.

I pantaloni sono tagliati fino a diventare quasi gonne accorciate, mentre i maglioni e le camicie sono sagomate, come una sorta di messa a fuoco della silhouette. I bordi non sono rifiniti perché partono dal processo di costruzione lasciato a vista, per sottolineare la spontaneità dei passaggi di creazione. Quasi a sottolineare questa idea, i ricami ripropongono decorazioni dell’abbigliamento da sera, impreziosendo abiti, giacche con rimandi Sixties, e i maglioni luccicanti fanno intravedere dall’orlo, le camicie bianche, capo onnipresente nella nostra vita.

Il concetto di rielaborazione dei pezzi esistenti si estende, anche a una collaborazione con New Balance, tale da ri-creare la speaker 574 nei colori del denim bianco, del khaki o del blu, con bordi tagliati a vivo. Come per l’abbigliamento proposto della collezione, questi tagli creano una condivisione con la passarella concepita da AMO dove serpeggiano delle sedie da ufficio Eames, che ripropongono la funzione del Palais d’Iena, quale luogo di lavoro. Al suo interno l’artista Meriem Bennani, artista marocchina, di stanza a New York, in grande ascesa con lavori incentrati su temi complessi legati al mondo mussulmano e spesso estesi in progetti multimediali, installa schermi a forma di binocolo che interrompono lo spazio, riformando e rieditando l’esperienza fisica della sfilata e proiettando i suoi film all’interno della vita reale.

 

Di Alberto Corrado