“Love Brings Love”, l’amore porta amore, era il mantra di Alber Elbaz, designer marocchino naturalizzato israeliano, morto a soli 59 anni per Covid-19 nell’aprile di questo anno, che lo ha portato a creare, prima della sua morte, una nuova storia di prodotto che rendesse omaggio ad una moda resettata alla cura.
Un concetto espresso nella progettazione di AZ Factory, e accarezzato da Albert Elbaz pensando di ricreare il Thèatre de la Mode, uno straordinario progetto del 1945 che riunì i 60 importanti stilisti parigini dell’alta moda, oltre a modiste, hair style, e designer di accessori, per vestire una serie di figure delle dimensioni di una bambola.
Un progetto che divenne una mostra itinerante per il mondo, dimostrando vividamente ad un pubblico estasiato che la moda parigina era sopravvissuta alle difficoltà dell’occupazione tedesca e continuava a stabilire il livello della tecnica e dell’immaginazione di un sogno. Lo stesso accarezzato da Alber Elbaz di voler riunire i migliori talenti del settore in un concetto di “famiglia” per fare squadra nel celebrare l’amore, la bellezza e la speranza di un futuro dove regni fiducia e rispetto. E quindi era giusto che sotto questa bandiera e davanti ad una folla di familiari, amici, 45 designer tra cui Olivier Rousteing di Balmain, Pier Paolo Piccioli di Valentino, Alessandro Michele di Gucci, Kim Jones di Fendi, Bruno Sialelli di Lanvin, Nicolas Ghesquière di Louis Vuitton divisione donna, Riccardo Tisci di Burberry, Maria Grazia Chiuri di Dior, John Galliano di Maison Margiela, Virgil Abloh per Off-White e Louis Vuitton divisione uomo, e Rick Owens, Jean Paul Gautier e il team designer di Elbaz presso AZ Factory si sono riuniti al Carreau du Temple per celebrare il suo talento, e onorare la leggenda di un uomo che abbiamo perso troppo presto.
“Volevamo trovare un modo per celebrare lo spirito di Alber” ha spiegato il partner di lunga data di Elbaz, Alex Koo, durante un’anteprima degli abiti presentati alla stampa “E bello vedere come ogni designer ha rivelato un aspetto diverso di Alber. È stato un vero atto d’amore verso di lui e al suo grande cuore”.
Alcuni designer hanno voluto omaggiare Alber, studiando la sua vita e quello che aveva realizzato nelle varie consulenze delle Maison: Thebe Magugu del Sud Africa, per esempio, si è ispirato ad un abito dell’autunno 1997 che Elbaz ha disegnato nei suoi due anni di permanenza a Guy Laroche, mentre Pieter Muller di Alaia ha immaginato un tubino scarlatto lucido ma alcuni cuori opachi che ricordavano i codici stilistici di Geoffrey Beene, per il quale Alber lavorò per quasi sette anni. Non sorprende che il simbolo del cuore sia stato un leitmotiv per altri designer che hanno partecipato alla serata: Jean – Paul Gaultier ha disegno un abito couture composto da cuori rosso rubino, tridimensionali, Alessandro Michele ha creato un abito viola con un doppio reggiseno a forma di cuore, Viktor& Rolf hanno incorniciato cuori rossi e rosa sulle maniche e sulla gonna di un magistrale abito da ballo bianco.
Altri designer hanno scelto di immortalare il look iconico di Alber Elbaz, quello composto dal caratteristico papillon, giacche a forma di botte e pantaloni accorciati alla caviglia: Olivier Rousteing di Balmain l’ha raffigurato sul corpetto del suo abito da sera di raso bianco, Bruno Sialelli di Lanvin lo ha evocato su un fluttuante abito di seta con un gigantesco ritratto sulla schiena, e Dries van Noten decorava sulla parte anteriore di un cappotto da sera un ritratto dello stilista scomparso.
Molti altri ancora hanno attinto all’archivio dei suoi disegni: Daniel Roseberry di Schiaparelli ha celebrato la sua particolare affinità per i bijoux e la gioia nei volumi esplosivi; Demna Gvasalia di Balenciaga ha fatto lo stesso creando un cappotto da opera in taffetà di nylon rosa shocking, creando il massimo volume usando cuciture quasi impercettibili; Pier Paolo Piccioli realizzando un magnifico abito da ballo di un color rosa caldo, mentre Sarah Burton di Alexander McQueen ha condiviso la manifattura artigianale, altro pallino di Elbaz, in un mini cappotto ricamato.
La sfilata si è conclusa con il potente tributo dell’ufficio stile AZ Factory, che hanno ripreso i look iconici del fondatore, mentre Amber Valletta ha interpretato sulla pedana la camminata di Alber Elbaz indossando una giacca tagliata sullo stesso modello di quella che usava di solito. Un finale dove torrenti di coriandoli a forma di cuore si mischiavano agli occhi umidi dei partecipanti, facendo scorrere torrenti di lacrime.
Di Alberto Corrado