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Daniel Roseberry, che dal 2019 regge il timone della Maison, ci porta ad indagare la personalità di Elsa Schiaparelli, e a scoprire la sua identità al di fuori del palcoscenico della moda e lontana dalla sua scintillante vita parigina.

Un approccio a dir poco nuovo che gli consente di firmare la collezione più vicina alla personalità eccentrica e progressista di Elsa Schiaparelli, ma che rispecchia la sua piena autonomia creativa dove i gioielli surrealisti, i seni in tessuto flessibili, l’esagerazione e il movimento delle parti del corpo, incontrano le torsioni del classico linguaggio del prêt-à-porter francese anni ’70. 

La silhouette è audace, quasi che voglia sfuggire al banale, dove il classico insieme di giacca e minigonna in denim, viene rifinito in vernice croccante, mentre una stampa floreale diventa un remix di un completo con pantalone largo in paillettes.

Ma d’altra parte, Roseberry ci scopre un’altra inedita Elsa in vacanza, dove gli abiti sono pezzi per una fuga letterale, volendo per una fuga dalla realtà, che si può paragonare ad un guardaroba per un film di David Lynch, dove l’immaginazione può vagare senza confini.

Tutine in maglia a strisce multicolori in cotone lavorato a mano, assieme un ampio caftano in viscosa di seta con le sue strisce rosse e bianche che strizzano l’occhio ai più iconici ombrelloni della costa mediterranea, sono item del guardaroba di una donna raffinata e chic.

Un capitolo a parte meriterebbero gli accessori: dai gli orecchini e collane oversize in finiture spazzolate-opache alle borse a tracolla in pelle di serpente con le strisce dell’ombrellone, inedita variazione della classica Secret Bag, l’iconica borsa Schiaparelli con il lucchetto.

Alberto Corrado