La sala dei concerti de La Seine si è illuminata a giorno, per festeggiare il decimo anniversario della direzione di Olivier Rousteing, per la Maison Balmain.
Nessuno il 28 settembre 2011 avrebbe detto che quel giovane di appena 25 anni avrebbe guidato una Maison di moda parigina con Heritage come Balmain, tale che molti lo liquidavano come un designer volgare o trash, dal gusto dubbio da eterno Peter Pan. Questo lo irritava molto, ma lo spronava ancora di più a vincere questa sua battaglia, concentrandosi sul lavoro e su una comunicazione super tecnica, acquisendo sempre più potere, a mano a mano negli anni
All’interno della location 6000 persone reali, non sedute, ma democraticamente in piedi intorno al palco, come se fosse un concerto, un tributo ad un giovane designer che diventato il riferimento dello star system internazionale. Beyoncé, una delle sue migliori amiche, che apprezzato fin da subito il suo lavoro, ha prestato la sua voce non in presenza, per raccontare i dieci anni del designer alla guida di Balmain.
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Una collezione ready-to wear per donna e uomo con un mood post-atomico, ma talvolta anche ascetico, fatta di drappeggi, tagli asimmetrici, lavorazioni ad intreccio quasi maniacali, effetti paracadute, e tantissimo oro incrostano capispalla alle zip che percorrono i dietro di abiti super sexy o pantaloni boxy strappati.
Questo era solo il preludio dell’altra sezione speciale di archivio di questo decennale, aperta da Naomi Campbell e chiusa da Carla Bruni, prima dell’inchino finale di Olivier Rousteing assieme alle super modelle Nadege, Milla Jovovic, Natasha Poly, Mariacarla Boscono, fino all’ex premiere dame Carla Bruni.
Alberto Corrado