Ispirarsi a Leonardo per rendere possibile il sogno di una vita : questo e’ Horacio Pagàni, un’uomo che grazie alla sua determinazione e’ riuscito a creare una delle vetture più desiderate di sempre.
Nato a Casilda in Argentina, da genitori Italiani emigrati in Sudamerica, Horacio sin da bambino dimostra il suo interesse per le auto, incominciando a costruire dei piccoli modèllini con materiali improvvisati recuperati qua e la. La passione per le auto sarà la costante che lo accompagnerà durante tutti questi anni, non perdendo mai di vista il suo obbiettivo principale, quello di costruire una propria supercar.
L’ ho incontrato pochi giorni fa nel suo quartier generale di Cesario sul Panaro, vicino a Modena , terra di motori per antonomasia , soprannominata appunto la Motor Valley . Ci accoglie nel suo “atelier”, dove eleganza mista ad una raffinata sobrietà la fanno da padrone, con moltissimi dettagli che ci riportano alle sue creazioni automobilistiche. Mentre lo attendo faccio un giro nel Museo Pagàni, che lui preferisce definire “galleria”, dove sono esposti molti dei suoi gioielli creati in questi vent’anni di attività, in cui spiccano la prima Zonda, denominata non a caso “ La Nonna “ vettura che debutto’ al salone di Ginevra nel 1999, sino ad arrivare alle ultime nate, Huayra e Huayra BC Roadster.
Durante il percorso si trovano anche tantissimi oggetti che hanno accompagnato Pagàni durante tutta la sua carriera lavorativa . Terminato il tour del museo, che consigliamo a tutti di visitare, accompagnati da Giulia Roncarati, Communication Manager di Pagàni, ci addentriamo in quello che possiamo definire il cuore della Pagàni Automobili, ovvero il reparto di produzione, dove questi autentici capolavori prendono vita. Appena varcata la soglia d’ingresso ci rendiamo subito conto di non essere di fronte alla solita fabbrica di automobili, dove macchinari rumorosi e voci di sottofondo regnano sovrani , ma al contrario ci vediamo catapultati in un’ambiente privo di macchinari, dove la manualità e la dedizione di tecnici specializzati, armati di pazienza e dedizione, danno vita a queste splendide automobili, vere e proprie opere d’arte.
Ogni reparto e’ curato nei minimi particolari, ognuno svolge il proprio compito con estrema professionalità e precisone, ed e’ grazie a questo lavoro artigianale e di grandissima manualità che le Pagàni diventano vetture uniche nel loro genere e si capisce ben presto il perché non ci siano vetture uguali tra loro, ma al contrario ognuna ha qualcosa che la distingue dalle altre, come un abito cucito su misura . Terminata la visita in fabbrica, e’ giunta l’ora di incontrare il creatore di tutto questo, Horacio Pagàni e devo ammettere che provo una certa emozione mista ad ammirazione . Quando entra nella stanza, quello che mi trovo di fronte e’ una persona estremamente cordiale, che ti mette subito a proprio agio, con quella semplicità e gentilezza che contraddistingue i grandi uomini.
“Buongiorno Horacio ( come vuole che lo chiami ) e grazie per averci concesso questo incontro”. “La prima cosa che ho notato durante la visita nel reparto produzione e’ la presenza di molte donne, cosa che mi ha colpito e che personalmente apprezzo molto e mi chiedevo da cosa fosse dettata ? “
HP: “ Negli anni, sin dalle prime esperienze in Lamborghini, ho notato che le donne hanno una grandissima manualità , superiore a quella di noi uomini e nel nostro caso, essendo noi una azienda per certi versi ancora artigianale, ha una notevole importanza, così come la cura dei dettagli che deve essere fatta con grande attenzione e precisone e le donne in questo sono davvero molto brave .”
“Cosa l’ha avvicinata al mondo delle auto e alla sua voglia di venire in Italia ?”
HP: “ la mia fortuna e’ stata la grande passione per l’automobile, da giovane lèssi un’articolo sulla rivista Reader’s Digest che parlava di Leonardo Da Vinci e del fatto che arte e scienza fossero due discipline che potevano camminare insieme. Da lì ho iniziato a coltivare l’interesse per queste materie e la curiosità mista alla voglia di imparare hanno fatto il resto . Leggendo moltissime riviste di settore ho capito ben presto che l’Italia era la terra dei motori per eccellenza e l’Emilia la patria di grandi costruttori quali Ferrari e Lamborghini e il mio sogno e’ sempre stato quello di poter venire in Italia , a Modena , per realizzare la mia vettura .
“ A proposito di Lamborghini, come ha iniziato la sua carriera all’interno del gruppo di Sant’Agata ?”
HP : “ In Argentina, tramite un’amico, ebbi l’opportunità di conoscere Jaun Manuel Fangio, uomo straordinario che tutti conoscevano per le sue grandi imprese nelle corse automobilistiche. Quello che Fangio fece per me, fu una cosa che ancora oggi mi lascia stupefatto, in quanto scrisse per me, delle lettere di raccomandazione per Ferrari, Lamborghini, DeTomaso, e Alfa Romeo. Così nel 1982 arrivai in Italia e dopo alcuni lavoretti per mantenermi, feci alcuni colloqui grazie proprio a quelle lettere che Fangio scrisse per me.
Alla fine la mia scelta ricadde sulla Lamborghini, dove venni assunto come operaio di terzo livello presso il reparto di carrozzeria, unica possibilità in quel momento. Dopo alcuni anni e tanto impegno unito alla voglia di crescere, nel 1985, la Lamborghini ottenne un finanziamento statale che uno dei responsabili dell’epoca Ing. Alfieri ( colui che mi assunse anni prima ) decise di investire per la costruzione di un nuovo telaio interamente in carbonio, ed ebbi così la fortuna di entrare a far parte di quel team che poi diede vita alla mitica Diablo . Da qui, la mia forte convinzione nell’uso dei materiali compositi mi porto’ ad acquistare personalmente un autoclave per poter lavorare questi materiali e su suggerimento dell’Ing. Alfieri affittai un capannone per portare avanti lo sviluppo di questo tipo di materiali, pur continuando la mia attività lavorativa con Lamborghini.
Purtroppo, dopo la guerra del golfo, ci fu una crisi che cambio’ radicalmente il mondo delle auto e molte aziende, tra cui Lamborghini, si trovarono in grande difficoltà. Con tanta fatica e un pizzico di fortuna, l’azienda che avevo creato durante la mia permanenza in Lamborghini riuscii comunque a trovare altri clienti a cui fornire i materiali compositi che producevamo e fu proprio in quel periodo che decisi di dar vita al progetto per creare una vettura tuta mia. Cosi, in totale silenzio, dal 1992 al 1999, lavorammo al progetto della C12, quella che poi sarebbe diventata la Zonda” presentandola al Salone dell’auto di Ginevra del 1999”.
Vorrei sottolineare che il primo cliente di Pagàni fu proprio quel Benny Caiola a cui ora Horacio, con grande riconoscenza e affetto ha deciso di dedicare la nuova Huayra Roadster , denominata appunto BC.“Oggi cosa rappresenta Pagàni nel mondo delle Hyper Car ?”
HP: “ innanzitutto devo dire che il successo ottenuto in questi anni e’ figlio di un grande rispetto che abbiamo avuto per questa zona, per questa terra e per i costruttori che qui sono nati prima di noi , come Ferrari e Lamborghini. Va detto poi che le nostre auto possono piacere o meno ma di sicuro sono originali e hanno una loro identità che le differenzia dalle altre . Cosa non meno importante, sin dall’inizio abbiamo potuto contare su Mercedes come fornitrice di motori, e il fatto di avere una “stella” sotto il cofano non è certo cosa di poco conto che ci ha aiutati sicuramente molto.
Siamo riusciti a lavorare sempre con grande dedizione e attenzione verso il cliente, curando in ogni minimo dettaglio tutte le nostre vetture, rimando fedeli al nostro credo, producendo sempre un numero limitato di vetture, sebbene la richiesta del mercato fosse anche maggiore . Il valore delle nostre auto “usate” negli anni e’ cresciuto esponenzialmente e questo non può che far piacere ai nostri affezionati clienti che vedono il loro “investimento”rivalutato nel tempo”.
“ Avete aumentato il numero di auto prodotto in un anno però ?
HP: “ Si potrebbe dire di si. Questo però e’ dovuto al fatto che sono aumentati anche i nostri mercati di riferimento.
Infatti negli anni scorsi, per tutto il periodo di produzione della Zonda, negli Stati Uniti per esempio, non eravamo presenti in quanto la vettura non rispettava gli standard di omologazione americani per quanto concerne le normative antinquinamento. Ora con i nuovi motori, la Huayra può essere omologata e venduta anche negli Usa, è proprio il mercato americano e’ diventato il nostro maggior cliente . Quindi si , siamo cresciuti perché sono cresciuti i paesi dove esportiamo, con un conseguente aumento della domanda”.
“ A proposito di normative antinquinamento, come vede Pagàni l’avvento delle vetture elettriche e cosa ha in serbo per il futuro prossimo?”
HP: “ in realtà sono già tre anni che un nostro team specializzato sta lavorando a questo. Io stesso mi ci sto dedicando, in quanto sono molto interessato e curioso a esplorare questa nuova tecnologia. Devo però dire che qualche anno fa , sondando il terreno con i nostri dealers nei vari continenti e soprattutto in America, non abbiamo riscontrato un grande interesse da parte dei clienti verso una Pagàni Elettrica.
Credo che alcune supercar elettriche abbiano oggi un prezzo troppo elevato , che supera facilmente il milione di euro e forse molti clienti si orientano verso altre vetture. Noi oggi non siamo ancora pronti per una vettura totalmente elettrica , ma ci stiamo lavorando e probabilmente ci arriveremo perché lo chiederà il mercato, e rientra comunque nelle nostre strategie per il futuro. Devo anche dire che il nuovo modello che lanceremo nel 2022, la C10, montera’ ancora un motore termico, che grazie al lavoro dei tecnici Amg, fatto appositamente per noi, sarà conferme alle nuove normative fino al 2026 e i 100 esemplari previsti sono già stati tutti venduti. Alla fine sono convinto che la vettura debba trasmettere prima di tutto delle emozioni .
E di emozioni Pagani, che ringraziamo per il tempo dedicatoci, ce ne ha regalate molte, grazie alle sue splendide vetture, che in realtà sono delle vere e proprie opere d’arte. Abbiamo avuto il privilegio di conoscere un uomo che riesce a trasmettere tutta la sua passione e il suo amore per le auto, che ha creduto sempre nel suo sogno fino a poterlo realizzare. Oggi e’ lui che può regalare sogni ai suoi fortunati clienti, costruendo delle auto che non hanno eguali nel panorama automobilistico. La dedizione con cui ancora oggi si dedica al proprio lavoro e’ il segreto che rende le sue auto così speciali, così uniche.
Le Pagàni prima che auto sono oggetti di design che resteranno per sempre nella storia dell’automobile. Come disse qualcuno tempo fa , “sono auto senza tempo”.
Visitando la sua fabbrica ci si rende conto di quanta passione e amore quest’uomo abbia per il proprio lavoro e per quello dei suoi dipendenti, che sono parte integrante di questa splendida realtà, tutta Made in Italy. Ascoltarlo mentre racconta la sua storia, le sue esperienze, il suo passato, ci cala in una sorta di magia che vorresti non finisse mai. Horacio, partito dall’Argentina con poche certezze ma con tanta voglia e determinazione e’ l’esempio di come si possano inseguire i propri sogni, fino a realizzarli. L’Emilia e’ la terra dei motori, Pagàni e’ ciò che di meglio questa terra potesse darci in dote.
Di Stefano Rusconi