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Un’alchimia di tradizione, territorio e voglia di raccontare una cucina fresca e pungente, come il nome, LIMU. Apre nella storica Torre Ferrante, a Bagheria in provincia di Palermo, il nuovo ristornate di Nino Ferreri.

“Aprire un ristorante non è un punto d’arrivo, ma un nuovo inizio, una nuova vita, rappresenta Nino in tutte le sue sfaccettature, la summa di tutte le esperienze vissute, qui per la prima volta c’è tutta la mia filosofia di cucina”. Così Antonio Ferreri detto Nino racconta la sua nuova avventura che aprirà il prossimo 14 settembre nelle sale di Torre Ferrante a pochi passi dall’Arco della Santissima Trinità nel famoso comune di Bagheria parte della città metropolitana di Palermo. “L’ispirazione nasce da frammenti di vita vissuta, da luoghi che ci fanno emozionare e da ricordi rimasti indelebili nella memoria”. Questa è la vera anima di Limu, che per i piatti s’ispira alla Sicilia, terra fertile e generosa e che nella realizzazione ricerca l’estrazione del “gusto vero”.

Originario di questo territorio, Nino torna in Sicilia dopo esperienze di prim’ordine in italia e all’estero che sono state determinanti per la sua formazione. Nelle cucine de I Frati Rossi Ristorante di Porto Cervo, infatti, Ferreri muove i primo passi tra i fornelli trasformando una passione in un mestiere: lavora la materia prima, ne apprezza varietà e freschezza, studia e approfondisce peculiarità e versatilità di ogni prodotto. A scandire la prima parte della sua carriera professionale sono le tappe in Belgio e poi a Milano Marittima, nelle cucine del Palace Hotel a fianco degli chef Mario Beccari e Roberto Scarpelli, dove incontra colui che tutt’ora reputa il suo grande mentore, Felix Lo Basso.

Il suo percorso continua e lo conduce in Val Gardena, a Milano e poi in Svizzera. affascinato dalla cucina francese, ha prestato servizio per due anni nel ristorante stellato La Table d’Adrien a Verbier, nella Svizzera Francese, all’interno dell’Hotel Chalet d’Adrien, esperienza quest’ultima che ha lasciato una traccia indelebile nel cuore professionale di Nino, lavorando su una cucina con basi francesi e influenze italiane. Dopo questo Nino Ferreri approda a Milano da Unico dove Felix Lo Basso lo chiama come Sous Chef fino a diventare Executive Chef dell’Hotel Villa Athena di Agrigento.

Il progetto Limu vuole raccontare una filosofia di cucina legata alla materia prima e alla qualità come sinonimi di una cucina contemporanea votata alla ricerca in continuo attraverso le quattro T della cucina di Nino tradizione, territorio, tecnica e talento. Il nome, LIMU, è stato scelto sia come frutto per eccellenza della trinacria nonché uno degli alimenti più amati dallo chef stesso. Il termine deriva dal persiano e rappresenta parte del retaggio storico di questa terra di conquista che nei secoli è passata dal dominio greco a quello arabo e normanno. Passione, professionalità ed entusiasmo sono le doti che meglio rappresentano il nuovo team di questo progetto di ristorazione. 

Ad affiancarlo, in cucina, Lorenzo Brancaleon giovanissimo sous chef che vanta esperienze in brigate come quella dello chef Paul Andrias Ziska del ristorante bistellato Koks, di Massimo Bottura del tre stelle Michelin Osteria Francescana e del ristorante stellato Amelia. La sala e la cantina sono invece il dominio di Giandomenico Gambino, classe 1990, con un curriculum di esperienze nel settore della ristorazione stellata milanese e degli eventi in Sicilia.  Ad accogliere i clienti un oste d’eccezione la padrona di casa oltre che moglie di Nino, Maria Grazia.

La cucina? Fresca, concreta e rispettosa della materia prima. Una cucina sobria sia come numero di ingredienti sia nella tecnica di lavorazione dei prodotti selezionati. Uno stile essenziale ma ricco di contenuti dove le materie prime vengono lavorate e i piatti progettati rispettando la massima capacità di espressione del gusto dei singoli ingredienti, e se ciò significa essere poco innovativi non è importante: l’obiettivo unico della cucina dello chef Ferreri è esaltare il meglio che la natura offre. Il menù, rigorosamente stagionale, viene cambiato ogni due mesi, fatta eccezione per alcuni piatti signature che ruotano in carta in base ai periodi ma si ripetono, come le Reginette al ragù di moscardino e spuma di ricotta, lo Sgombro in crosta di sale nero, la Zucca in agrodolce, salsa vino bianco e rosmarino e la Capra girgentana tra i dessert.

La carta propone piatti a base di prodotti locali con una forte attenzione alla selezione di piccoli fornitori artigianali e alla provenienza degli stessi da filiere controllate e sostenibili. Il pesce di Porticello o di Aspra, le verdure degli orti dei piccoli agricoltori di Bagheria, la cacciagione delle Madonie o i latticini delle colline intorno a Palermo. Tre sono i Menù Degustazione di 5, 7 e 9 portate, con una proposta à la carte divisa tra 4 antipasti, 4 primi, 4 secondi e 4 dessert. La carta dei vini presenta una selezione di etichette siciliane oltre che una proposta di vini nazionali ed esteri sempre in divenire grazie ad un lavoro attento sulla cantina.

di Redazione