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Una silhouette sinuosa che squarcia il buio ed emerge sul fondo scuro. Uno sguardo fiero e magnetico che cattura l’attenzione dello spettatore e al quale mostra con orgoglio il suo corpo che cambia.

Una foto in bianco e nero costruita sui contrasti, un gioco di ombre che ricorda a tratti quella Venere di Milo interpretata da Eva Green in The Dreamers o le illustrazioni di Malika Favre. Uno scatto inconsueto per il soggetto trattato e che, non a caso, è valso a Donatella Nicolini (https://www.donatellanicolini.it/), trentenne italiana tra le promesse della scena fotografica mondiale, il Premio come miglior Maternity Photographer, assegnato annualmente dalla The Societies of Photographers.

La nota associazione mondiale di fotografia, che tra i suoi obiettivi ha quello di incoraggiare e mantenere elevati standard professionali ed etici all’interno della professione, ha infatti premiato la fotografa italiana per una foto che nello loro parole rappresenta “Una straordinaria alternativa a ciò che di solito vediamo in questa categoria. I forti elementi grafici e l’illuminazione che raffigurano la forza della madre riuniscono questa immagine in un modo fantastico”.  

Neanche trentenne, Donatella Nicolini è specializzata esclusivamente in ritratti di donne in gravidanza. L’obiettivo è  quello di decostruire il racconto della maternità per restituirlo agli occhi degli altri per quello che rappresenta a tutti gli effetti: un momento di puro empowerment femminile. Con i suoi scatti infatti intende restituire e mostrare tutta la forza innata delle donne e la loro capacità di superare sfide e ostacoli anche anche in virtù di quella maternità così spesso stigmatizzata e osteggiata, soprattutto nel mondo del lavoro. Donatella Nicolini, da sempre attenta a celebrare, attraverso il suo obiettivo, il corpo femminile e i suoi cambiamenti dettati dalla maternità, offre all’obiettivo curve da esaltare, capaci di raccontare un momento unico nel viaggio di tante donne. 

L’ispirazione per questa foto è nata per caso, ero rimasta colpita dalla locandina cinematografica di Showgirls, noto film del 1995 di Paul Verhoeven, da lì l’idea di riprendere quello stile per una mia sessione fotografica” – spiega Donatella Nicolini. Poi  la scelta di catturare la modella brasiliana Izabel Veiga al settimo mese di gravidanza in un’immagine ben lontana dalle classiche pose dei servizi di maternità.

La modella infatti rivolge gli occhi fissi in camera, senza mostrare alcun tentennamento o fragilità, al contrario trasmette forza, indipendenza. “Volevo qualcosa che bucasse lo schermo, che interrompesse i soliti schemi, quindi non la solita foto delicata ma un soggetto che venisse fuori di prepotenza” – prosegue Donatella Nicolini – “Mi dà un’idea di forza, determinazione, di non fermarsi di fronte a nulla come spesso solo una madre sa fare.

Non ho figli e ammetto che la maternità mi spaventa, complice anche una storia familiare complicata. Mia nonna rimase incinta di un uomo che non volle sposare e venne additata come la vergogna del paese, venne costretta a nascondere la sua gravidanza e credo fu una ferita psicologica talmente profonda che, quando accadde anche a mia mamma, a sua volta cercò di farle vivere la gravidanza nel massimo riserbo” – conclude Donatella Nicolini – “Inconsciamente, quindi, ho sempre vissuto la gravidanza come un momento da celare agli occhi degli altri. Col tempo però ho poi scoperto di essere profondamente affascinata dalle donne che decidono di compiere questo passo, le venero al pari di una dea, le considero delle supereroine perché, oggi come non mai, mettere al mondo un figlio non è solo un atto di amore ma anche di coraggio.