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Non conosce crisi il segmento dell’ospitalità di lusso. Lo testimoniano i numeri da capogiro dell’accurata ricerca fatta dal Gruppo Teamwork Hospitality presieduta da Mauro Satinato e Thrends, diretta da Giorgio Ribaudo: Thrends Tourism & Hospitality Analytics, un’analisi realizzata su un database di 650 hotel di alto livello. Ne deriva una ‘vetrina’ che presenta al mondo l’esperienza alberghiera da vivere nel Belpaese, declinata in 609 alberghi 5 stelle, di cui 28 sono in apertura o hanno appena inaugurato quest’anno. Un segmento che vale 4,16 mld euro di fatturato (con una media di 106 k annui a camera).

Il dato più interessante riguarda la crescita dell’offerta: dopo la crisi del 2008 in Italia nessun segmento è cresciuto con tale vigore (+ 2,5% ogni anno), una crescita costante, che dal 2013 ad oggi ha visto l’apertura di circa 24 nuovi hotel ogni anno, quasi due ogni mese. Sono distribuiti da Nord a Sud dello Stivale, in gran parte in Toscana, Campania, Lazio, Veneto e Trentino Alto Adige, mentre in dettaglio le città che totalizzano il più alto numero di cinque stelle sono Roma, Firenze, Milano, Venezia e Arzachena (Costa Smeralda).  Sicuramente una delle spinte maggiori allo sviluppo è stato determinato dal crescente interesse di brand ed investitori internazionali, che hanno creduto nelle città d’arte come Venezia, un esempio su tutti è lo storico Bauer Palazzo di Venezia, 150 anni di ospitalità, acquistato dal gruppo immobiliare austriaco SIGNA Luxury Hotels.

A guardare al Belpaese in prima linea anche gruppi come il colosso canadese Four Seasons Hotels and Resort, che ha appena riaperto il Four Seasons di Milano, dopo un importante restyling e inaugurato il San Domenica Palace di Taormina, iconico hotel affacciato sul Mediterraneo, ma ha in cantiere anche una struttura ad Ostuni. Dopo Como e Milano, Mandarin Oriental guarda anche al Lazio e al Veneto, mentre Rocco Forte Hotels ha da poco riaperto le porte di Villa Igiea, lo storico palazzo Art Nouveau affacciato sul golfo di Palermo.

Se negli ultimi 8 anni i 5 stelle sono cresciuti quasi del 30%, la crescita dei 4 stelle è stata solo dell’11%, mentre i 3 stelle sono a -7% e in caduta libera gli hotel con 1 o 2 stelle, destinati a non esistere più nel giro di un decennio. In Italia un hotel su 5 aderisce ad un network internazionale, nello specifico è The Leading Hotels of The World il gruppo più presente con 50 alberghi affiliati, è invece Marriott International il primo gruppo alberghiero, che conta 24 hotel nel Belpaese, per un totale di 3.100 camere.

Le ultime novità confermano inoltre una forte tendenza a gestire anche luxury apartments a volte anche fuori dal perimetro immobiliare dell’hotel oppure ad offrire la possibilità di scegliere ville private e residenze all’interno della proprietà, come nel caso del Verdura Resort di Sciacca che quest’hanno ha inaugurato le Private Villas, venti residenze indipendenti all’interno della tenuta di 230 ettari, su una collina affacciata sulla baia della proprietà.  

Nei prossimi tre anni apriranno almeno altri 50 alberghi di lusso, in gran parte progetti in essere prima del Covid, facendo una proiezione nel 2024 si arriverà a 630 hotel cinque stelle, al lordo di improbabili chiusure. Protagoniste dei nuovi opening, in primis la Costa Smeralda, Roma, dove tra gli altri il gruppo Marriott aprirà in settembre una struttura del marchio W Hotels, Milano, dove non è più un segreto il progetto del Portrait Milano firmato Lungarno Collection di proprietà della famiglia Ferragamo, ma interessante anche la crescita della regione dei Laghi.

Si attende il ritorno del mercato straniero, soprattutto di matrice anglofona (UK e USA), ad oggi ancora poco presente, che in alcune destinazioni nostrane vale oltre l’85%, come nel caso di Firenze e oltre l’80%, pensando a Venezia, sono infatti state le città d’arte e d’affari a soffrire di più in questi due anni. In un periodo storico, pensando al 2019, in cui le presenze nell’alberghiero valevano 281 mln, mai così tante, con una media nei cinque stelle di 106 mila euro a camera all’anno in media, significa che benché le camere del segmento lusso rappresentino il 4,5%, di fatto costituiscono anche il 20%del fatturato totale del settore alberghiero.

di Elisabetta Canoro